di Miriam Iacovantuono

La situazione che sta vivendo il Molise in termini di contagi, di decessi, ma anche di trasferimenti di pazienti fuori regione è preoccupante. Un senso di impotenza difronte a cui i molisani ormai riescono a esprimere solo rabbia e rammarico. A criticare quella che è stata la gestione dell’emergenza sanitaria in Molise è anche il giornalista, originario di Torella del Sannio, Domenico Iannacone che a OFF ha espresso la sua preoccupazione, per un Molise ormai in ginocchio. Una situazione ormai fuori controllo e nella più totale indifferenza, senza essere stati in grado di creare un
centro Covid.

“È evidente che su tre ospedali importanti, vale a dire Cardarelli di Campobasso, Veneziale di Isernia e San Timoteo di Termoli, creare una situazione di commistione e contaminazione interna poteva essere pericoloso ed è quello che è accaduto. Si è andato a debilitare ospedali già di per sé oberati di lavoro e quasi al collasso e si è messo a repentaglio interi reparti”.

Secondo il giornalista molisano c’è in atto “una terribile disputa tra egocentrici. Il palleggiamento che c’è stato tra il Presidente della Giunta regionale, il Commissario ad acta, il Direttore dell’ASReM, ha creato una situazione fuori controllo, ma già è arrivata fuori controllo. Secondo me – ha detto – deve intervenire il ministro Speranza perché più passa il tempo e più è peggio”.

Iannacone inoltre evidenzia che un commissariamento lungo così tanto avrebbe dovuto significare un cambio di rotta e soprattutto “doveva significare prendersi cura di chi vive in questa regione”. Ma in tutto questo tempo non è accaduto nulla e “quello che stiamo pagando è lo scotto non solo dell’inadeguatezza di chi sta gestendo la situazione sanitaria in questo momento in Molise, ma fa parte di quel retaggio che c’è stato in questi anni e il Molise sta scontando tutto quanto adesso e lo sta scontando nella peggiore condizione politica”.

Anche Domenico Iannacone si unisce al coro di chi vedeva nell’ospedale Vietri di Larino un centro hub, che oltre a un centro per le malattie infettive avrebbe potuto avere la funzione di incubatore e accogliere anche le richieste che arrivavano dalle altre regioni. “Invece – continua – hanno pensato di fare una sorta di frammentazione di piccole strutture con costi altissimi e soprattutto utilizzando la sanità privata e questo è il problema che finisce sotto la lente di ingrandimento. Alla fine a fare la voce grossa e a guadagnarci è la sanità privata a discapito dei cittadini”.