di Miriam Iacovantuono

Le aree interne, i piccoli paesi e gli abitanti di questi territori, non importa se si trovano in Molise o in Puglia o in altre parti d’Italia, sono accomunati dall’essere unici nel loro genere. Ed è così che parlare di un progetto nato nel Salento è bello e importante come raccontare di iniziative che nascono in Molise, perchè poi possono essere un input per costruire, progettare e soprattutto fare rete anche tra territori confinanti. Ci sono infatti le cosiddette buone pratiche che sono replicabili senza che nessuno ne sia geloso. Stefania Semeraro, Presidente dell’associazione TELA_Artisti in Comune, insieme alla sua socia e compagna di avventure Eleonora Loche, a Botrugno, in provincia di Lecce, ha ideato una casa del teatro, uno spazio che promuove la creatività. Da un’antica abitazione ristrutturata nel quartiere di Tripoli, è nato un luogo fisico che accoglie spettacoli teatrali, laboratori, mostre, workshop e campus. Uno spazio di memorie e tradizione. Un intreccio di competenze e creazione di sinergie per dare vita a nuovi progetti teatrali, musicali ed espressivi. Progetto finanziato con risorse del FSE – PO Puglia del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

Stefania racconta che è un modo per riportare la cultura in un borgo dove la maggior parte delle persone sono anziane, molti giovani sono emigrati e dove la cosa principale da fare il sabato e la domenica è andare in pizzeria.

“Iniziamo così a cercare collaborazione con il territorio, a voler fare qualcosa per rieducare il territorio ad avere una possibilità in più oltre alla pizzeria del sabato sera. Anche durante il periodo della pandemia, dove possibile, rispettando tutte le normative anticovid, abbiamo organizzato dei laboratori teatrali e per la scrittura creativa”.

Un’idea che è piaciuta soprattutto a chi era già abituato a sentir parlare di cultura, di teatro.

“C’era gente che veniva da Lecce (a 40km di distanza), il nostro pubblico era di fuori. All’inizio di Botrugno non c’era nessuno, piano piano poi abbiamo iniziato a vedere persone avvicinarsi, vedevano gli spettacoli. Numeri che non permettono però di affrontare della spese, l’auto sostenibilità con tale progetto è molto difficile”.

Ma in qualche modo l’obiettivo del progetto è stato raggiunto anche se come dice Stefania ironicamente il teatro se la gioca con le pizzerie.

“Abbiamo inventato un aperitivo pre spettacolo anche per fare convivialità e questa formula un po’ ha funzionato”.

Il covid ha poi rallentato le cose. Ora la speranza è che quando tutto riprenda non bisogna ricominciare da capo, ma non c’è nulla che scoraggia Stefania ed Eleonora che sono pronte a tutto. Il progetto inoltre è stato importante anche per portare gente a conoscere il territorio, quel piccolo paese, dove da poco è nata un’altra iniziativa. Accanto alla casa teatro è stata messa la cassetta dei sogni.

“La pandemia ci ha tarpato un po’ le ali e i piedi e siamo costretti a stare a casa, l’unica cosa che viaggia sono i sogni. Diventa così anche questa un’occasione per scrivere, un rito con cui i sogni si possano avverare. I sogni poi vanno a braccetto con il desiderio e con qualcosa che ci manca e molto spesso sono le persone più vicine a noi, le persone care che non ci sono più o che non si ha la possibilità di avere accanto”.

E dunque quella cassetta dei sogni diventa il contenitore di ciò che si ha nel cuore e che troppo spesso non si riesce ad esprimere. Una iniziativa che si lega molto bene con questo periodo difficile che stiamo vivendo, a causa di un nemico invisibile che provoca la morte di molte persone anche troppo giovani.

“Potrebbe sembrare una sciocchezza ma non lo è, perchè a volte scrivere può essere un modo per rendere tangibile il proprio dolore che in questo caso è immenso. Scrivendo si riesce a racchiudere in quelle righe il proprio stato d’animo e così il dolore può essere meno invadente. La scrittura è un modo per esorcizzarlo e può essere una via d’uscita e una possibilità”.

E se qualcuno vuole inviare una lettera a questa cassetta dei sogni, che dista 16 km dal mare, 3,6 km dai boschi Paduli e 384.000 km dalla luna, l’indirizzo è via Cufra, 32 – 73020 Botrugno (Lecce).

Il teatro nel cuore del borgo, la cassetta dei sogni come punto di riferimento per quanti hanno la voglia di esprimere i propri desideri e soprattutto colmare delle mancanze e un dolore immenso, sono iniziative che hanno dato qualcosa in più, una opportunità a un borgo a rischio spopolamento. Idee replicabili, parola di Stefania.

“Non siamo gelose delle nostre idee, è nata a Botrugno ma nulla toglie che si possa replicare altrove. La cultura non è gelosa, così come il teatro che è un atto d’amore e l’amore non è geloso”.

Progetti che poi possono essere anche un filo sottile che può unire realtà distanti fisicamente ma accomunati dallo stato delle cose. Creare quella rete e condivisione che porta molti più benefici e molto di più rispetto a quello che si può fare da soli.