di Antonio Di Monaco

Il Molise è una delle cinque regioni in cui è stata superata la soglia limite del 30% di saturazione delle terapie intensive disponibili per pazienti Covid con un tasso di occupazione pari al 38%, a fronte di una media nazionale del 24%. Non va meglio nemmeno per l’area non critica, i cui posti letto sono occupati per il 48% con il dato nazionale pari al 29%. I dati sono stati elaborati dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sulla base della rilevazione giornaliera (23 febbraio scorso) del ministero della Salute. Una situazione di emergenza assoluta, testimoniata dal continuo ricorso alla Cross per trasportare fuori regione pazienti che hanno bisogno di rianimazione.

Intanto, è stato raggiunto l’accordo al termine dell’Unità di Crisi ristretta che si è tenuta ieri mattina, mercoledì 24 febbraio, per attivare immediatamente 12 posti letto al Neuromed di Pozzilli: si tratta di 7 posti di terapia intensiva e 5 di sub intensiva. La struttura ha messo a disposizione mezzi e personale e l’Unità di Crisi ha deciso, vista la grande emergenza di queste ore, di percorrere questa strada come confermato nel breve decreto del commissario ad acta, Angelo Giustini, in cui si autorizza la convenzione con il Neuromed per 12 posti letto in soccorso della sanità pubblica che saranno fruibili dalla tarda mattinata di oggi.

Resta però un progetto non ancora appaltato che si è rivelato comunque inefficace (la torre Covid al Cardarelli) ed un Decreto, controfirmato dal ministro Speranza che autorizza la riapertura di un Centro Covid a Larino che bisognerebbe aprire al più presto.

Le opposizioni in regione, che spingono per questa soluzione, devono chiamare a raccolta la maggioranza reale ed imporre che si apra il Centro Covid a Larino prima che i soldi finiscano nelle tasche dei privati. Inoltre, devono informare il governo che ha sbagliato progetto nonché il ministro Speranza che un Centro Covid non può funzionare senza figure adeguate. La sanità molisana ha bisogno soprattutto di personale da assumere. La salute viene prima di qualsiasi compatibilità di bilancio della quale ai molisani, giustamente e costituzionalmente, non importa proprio nulla.

E sempre ieri, ad Isernia, sono stati diversi i disagi segnalati con le somministrazioni agli over 80 negli ambulatori del Veneziale. La corsa al vaccino è irrefrenabile e gli anziani e i loro accompagnatori non hanno prestato alcuna attenzione alle minime misure di sicurezza e di distanziamento. Così ieri mattina al Veneziale sono dovuti intervenire anche i Carabinieri per invitare la gente in attesa di vaccinarsi a non creare assembramenti. Di contro, anche l’Asrem, per prevenire situazioni di questo tipo, potrebbe predisporre un servizio di assistenza ai vaccinandi considerando che l’autocontrollo è difficile da mantenere.