di A.D.M.

È andato deserto l’ennesimo avviso pubblicato dall’Asrem riguardante la procedura per titoli, finalizzata al conferimento di tre incarichi a tempo determinato, di dirigenti medici della disciplina di Anestesia e Rianimazione. Di conseguenza, ora si dovrà fare affidamento sugli 11 medici, di cui due specializzati in Anestesia e rianimazione, che hanno manifestato al Dipartimento nazionale della Protezione Civile la loro disponibilità a prestare servizio in Molise. Le adesioni sono arrivate anche da pensionati e professionisti molisani. Saranno contrattualizzati dall’Asrem con fondi per l’emergenza stanziati dalla Protezione Civile nazionale.

Tuttavia, resta grave la carenza di personale nella sanità pubblica. Ne va del diritto alla salute dei cittadini che si misura attraverso la qualità e la quantità delle prestazioni sanitarie erogate e diventa esigibile soltanto quando, nelle unità operative ospedaliere e sul territorio dell’Asrem, sono presenti tutte le figure professionali necessarie per assistere il paziente in modo appropriato e in sicurezza. Ma, stando a quanto accaduto soprattutto nell’ultimo anno a causa della pandemia, spesso questo non avviene ed il personale dipendente mal sopporta gli eccessivi carichi di lavoro che ne conseguono.

Infatti, dall’inizio della pandemia ad oggi, i costanti cambiamenti organizzativi, talvolta troppo affrettati, l’introduzione di pronte disponibilità al bisogno e l’incremento di contratti a partita Iva, hanno aumentato le situazioni di stress e le criticità per garantire le prestazioni assistenziali in completa sicurezza pur mostrando massima professionalità. Inoltre, nei Pronto Soccorso, il numero dei pazienti in attesa di essere ricoverati è spesso di qualche decina, cosa che non garantisce il distanziamento sociale ed un assistenza adeguata per carenza di personale e per carenza di spazi sufficienti. Talvolta il numero delle barelle risulta insufficiente e la sosta avviene in sala d’attesa o addirittura in autoambulanza. Ciò significa che le istituzioni non hanno a cuore le sorti dei lavoratori del settore in ruolo, di quelli che il ruolo non ce l’hanno e dei cittadini che chiedono una immediata riorganizzazione del sistema sanitario regionale con il relativo adeguamento degli organici.