di Antonio Di Monaco

Il day after della relazione degli ispettori del ministero della Salute in merito alla situazione degli ospedali pubblici molisani, in particolare del Vietri di Larino, cui lo stesso dicastero non più di otto giorni fa aveva dato il nulla osta per ospitare i malati di Covid salvo tornare ieri sui suoi passi, lascia molti dubbi oltre all’amaro in bocca. Prima di tutto dal punto di vista politico perché lo stesso ministero – per non smentire se stesso – deve continuare a sostenere che il Vietri non è idoneo oggi come non lo era a giugno 2020, perché altrimenti ammetterebbe la propria responsabilità nell’aver boicottato il progetto del commissario ad acta, Angelo Giustini, e nell’aver determinato le condizioni di emergenza che il Molise sta vivendo.

In secondo luogo, la relazione è firmata da Andrea Urbani, Direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute. Lo stesso che, nell’aprile 2020, nel pieno della prima ondata della pandemia, aveva rivelato in un’intervista che da gennaio era pronto un piano pandemico anti-Covid. Si tratta del “Piano sanitario di organizzazione della risposta dell’Italia in caso di eventuale emergenza pandemica da Covid-19”. Ma l’intervista è stata ripetutamente smentita dal ministero. Urbani, di professione commercialista che non si sa quanto possa c’entrare con la Salute pubblica in senso stretto, è stato sempre nel mirino del Movimento Cinque Stelle che lo ha ritenuto il primo responsabile dei problemi del rientro della sanità calabrese dal disavanzo e delle evidenti discrasie, segnalate soprattutto dalla deputata, Dalila Nesci, in tutte le sedi istituzionali. In particolare, la parlamentare aveva posto sul piano formale soprattutto la questione dell’incompatibilità di Urbani nel contempo e, ancora adesso, direttore generale della Programmazione sanitaria nazionale, riconfermato nel febbraio scorso dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Insomma, un biglietto da visita non proprio adamantino per chi ha apposto la firma in calce alla relazione sullo stato degli ospedali e che ne mina fortemente la credibilità.