di Miriam Iacovantuono

A un certo punto della propria vita, quando si prende la consapevolezza di “diventare grandi”, si guarda al futuro con uno sguardo dritto e determinato verso quelle che si ritengono essere delle scelte importanti. Scelte che in qualche modo implicano tutto quello che succederà da quel momento in poi. E non importa dove ci si trova, se in una grande città, in una cittadina di periferia o in un paese delle aree interne di una regione del Sud. Lo sguardo fiero con la voglia di arrivare al proprio obiettivo, il cuore pieno di sogni da realizzare non si fanno scalfire dalle difficoltà che si possono incontrare sul proprio cammino. L’essere giovani e a volte un po’ incoscienti, è una marcia in più che aiuta ad arrivare alla meta. Scelte che però allo stesso tempo sono delicate. Riguardano decisioni importanti. Uno dei terreni per cui è necessaria una maggiore attenzione per le scelte è senza dubbio la scuola che equivale a futuro. Ed è uno degli ambiti dove è necessario invertire lo sguardo per avere una visione diversa affinché prevalga la strategia del come fare.

Secondo il rapporto di Openpolis, ‘Scelte compromesse’, sono diversi gli aspetti che rischiano di compromettere il diritto alla scelta, che dipendono in buona parte dalla condizione di partenza. Lo studio evidenzia che, partendo proprio dalla scuola, questi ragazzi andranno a fare delle scelte che definiranno la loro vita successiva.

Per questo motivo è importante offrire a tutti la possibilità di poter decidere liberamente e in piena consapevolezza il proprio percorso, a prescindere dalle condizioni di partenza. Questa garanzia è alla base della fiducia che ogni adolescente e cittadino, deve poter riporre nel sistema educativo.

Ma ancora oggi per molti questa scelta sembra vincolata da diversi elementi che limitano la possibilità di decidere in modo consapevole il proprio futuro. Si tratta di divari sociali, economici, culturali, ma anche territoriali e tecnologici.

Questo perché il territorio, che è il proprio luogo di appartenenza e da dove partono le proprie scelte, influisce sul percorso di vita di ognuno. Il tempo e le diverse esperienze mostrano come le scelte fatte da diverse generazioni hanno influito anche sull’andamento sociale di una società che ha poi avuto un’influenza anche su quelle successive. Se si pensa a un paese delle aree interne che anche solo 10 anni fa aveva le scuole e oggi vede i propri studenti, anche i più piccoli, costretti a viaggiare per avere il diritto all’istruzione, evidenzia che le scelte future di questi giovani alunni sono influenzate anche da questo. Come avrà un’influenza sul loro futuro la scelta della scuola superiore. Ma questo perché in questi territori l’offerta educativa viene più spesso minata da elementi come il pendolarismo dei docenti, le pluriclassi composte da alunni di età diverse, scuole sottodimensionate. Una scelta, quella della scuola superiore, che viene poi – soprattutto in questi territori marginali – condizionata anche dall’offerta presente e “ci si accontenta” anche di un indirizzo di studi non troppo consono alla propria indole.

Un discorso che vale anche per le scelte culturali che si possono fare in un determinato territorio, dove le offerte sono scarse o nulle. E questo vale soprattutto per quelle aree dove nel tempo le biblioteche sono state chiuse, non c’è un luogo di ritrovo dove poter promuovere eventi o incontri culturali. Ed è così che il doversi spostare per poter beneficiare di un’offerta culturale più ampia diventa a volte sfavorevole.

Ma tutto questo non deve assolutamente scoraggiare chi ha deciso di rimanere in quei luoghi, là dove è cresciuto e ha deciso di far crescere i propri figli. E’ necessario però essere determinati a invertire lo sguardo verso una nuova prospettiva e una nuova visione delle aree interne. Guardare a nuove opportunità che questi territori possono offrire. E’ necessario che alla voglia di ripopolamento di quei territori si unisca una nuova strategia del come fare. Costruire, anche con quello che si ha, una offerta culturale che faccia anche da collante tra le generazioni e i territori vicini. E se i giovani che decideranno di restare, dovranno affrontare qualche sacrificio, potranno essere la linfa vitale di un cambiamento.