di Epoca Sibilla

Una vaccinazione anti-covid di massa, così l’ha definita l’articolista di Primonumero, per tutti i dipendenti Neuromed, inclusi giornalisti e tecnici dell’emittente Tvi.

La richiesta. È stata presentata dal gruppo Neuromed di Pozzilli una richiesta alla ASReM e alla Regione senza specificare i destinatari delle somministrazioni dei vaccini. Secondo quanto riportato da Primonumero, il direttore sanitario Virginia Scarfato ha risposto ci si è limitati “a fornire i vaccini che ci vengono richiesti. Nel caso di soggetti sanitari accreditati, la vaccinazione è stata ed è a loro carico”.

Formalmente nulla quaestio sugli aspetti contrattuali che restano, ai più, ignoti. Il problema in questa vicenda è a monte: perché una testata giornalistica ha dei dipendenti che risultano contrattualizzati con una struttura sanitaria privata?

Da colleghi e solidali in questo terribile momento è facile mettersi nei loro panni, del resto chi non si vorrebbe essere vaccinato?

L’aspetto su cui, però, difficile non soffermarsi, è che persone dedite all’informazione abbiamo contratti non consoni alla propria mansione. Una prevaricazione che ai molisani ha iniziato, in realtà da tempo, a disturbare. E tacere è difficile.

Tutti conoscono le problematiche della sanità molisana. Tutti sanno che il privato si avvale di finanziamenti pubblici, nonché soldi dei cittadini che assistono inermi allo smantellamento della sanità pubblica. Non vi è alcuna demagogia, sono fatti noti.

Dunque una domanda la solleviamo e la indirizziamo anche agli organi preposti al controllo: perché una tv che, secondo quanto si apprende dal sito ufficiale, non è specializzata sull’informazione di settore, ma è a tutti gli effetti una tv territoriale come le altre si ritrova giornalisti e tecnici dipendenti di una clinica medica?