di Antonio Di Monaco

Prevenire il virus è meglio che ricorrerlo, ma in Molise ci si arrovella ancora per individuare chi vaccinare. Personale della scuola, pazienti affetti da patologie gravi e rare, farmacisti e forze dell’ordine, volontari della Protezione Civile e poi si viene a conoscenza che sono stati vaccinati tutti i dipendenti delle aziende dell’europarlamentare, Aldo Patriciello, compresi giornalisti e grafici della sua emittente televisiva. “Noi ci siamo limitati a fornire le dosi di vaccino richieste”, si è limitata a dire la direttrice sanitaria dell’Asrem, Maria Virginia Scafarto.

Certo, in mancanza di un’anagrafe vaccinale efficiente (di cui almeno esiste il portale telematico) non è possibile verificare la copertura sulla popolazione, chi è stato vaccinato e chi no e se e quante sono le dosi inutilizzate. Fermo restando che ci sono persone a rischio che vanno vaccinate necessariamente prima di altre considerando che ogni giorno delle persone vengono strappate agli affetti dei propri cari, qualche comunità viene colpita al cuore e si piange la perdita di una parte delle proprie radici che lasciano questa terra. In questo contesto non può esistere la logica aberrante del favore perché si mette in discussione ed a repentaglio la vita delle persone.

Se poi si aggiunge il flop a livello nazionale del bando Arcuri con le famose primule adibite a punti vaccino, il disastro è completo. Basti pensare che solo una piccolissima parte dei 13mila medici ha preso servizio. Secondo i dati della Regione, in Molise si parla di tre medici ed un infermiere. Evidentemente, i contratti mediante Agenzie Lavoro a tempo determinato, incompatibili con qualsiasi altra tipologia di incarico lavorativo, hanno fatto la parte del leone. Tanto che sono rimasti fuori
medici dipendenti, pubblici e privati; medici convenzionati (medico di famiglia, guardia medica, 118, medici dei servizi); medici in formazione di medicina generale; medici in specializzazione e medici che hanno altri contratti in essere. Vi sono rientrati solamente i medici in quiescenza e quelli appena abilitati all’esercizio della professione. Ora toccherà al nuovo commissario, il Generale di corpo d’Armata, Francesco Paolo Figliuolo, correggere queste storture.