di Antonio Di Monaco

Tra le assemblee legislative regionali, solo il Parlamento siciliano si riunisce a porte chiuse solo quando parla di mafia per chiari motivi di ordine pubblico e di riservatezza degli argomenti trattati. Nell’ultima riunione a Palazzo d’Aimmo, si è scelto di fare lo stesso anche in quella molisana in cui sono stati chiamati a riferire sulla situazione sanitaria il commissario ad acta, Angelo Giustini e il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano. Neanche a dirlo, il banco più scottante era quello del commissario – raggiunto nelle scorse ore da un’informativa della Procura della Repubblica di Campobasso per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio in riferimento alla nomina di Florenzano a commissario straordinario per l’emergenza Covid e ai Livelli Essenziali di Assistenza in periodo di pandemia – che ha preso servizio in Molise il 7 dicembre 2018, nominato dal Consiglio dei Ministri del governo Conte I.

Giustini ha così ripercorso quanto accaduto in oltre due anni, a cominciare dai 105 milioni di euro di fiscalità aggiuntive regionali (sovrattasse che pagano i molisani per favorire il rientro dal debito pubblico) non corrisposte al comparto sanitario in un solo triennio, ed ha denunciato l’ammanco alla Corte dei Conti. Ha poi, come da copione, stilato il nuovo Piano Operativo – con il Vietri di Larino individuato come presidio di medicina territoriale – e lo ha consegnato al ministero dell’Economia e delle Finanze per l’approvazione. Successivamente, con lo scoppio della pandemia, il commissario delegato all’emergenza, Domenico Arcuri, ha nominato il presidente, Donato Toma, Commissario delegato all’emergenza per la Protezione Civile con compito di gestire tutta la fase dell’emergenza e quindi di potenziare la rete sanitaria, le terapie intensive, il personale sanitario, oltre ad essere l’unico gestore dei fondi extra stanziati dallo Stato proprio per i suddetti potenziamenti.

Un ruolo piuttosto marginale per Giustini che ha ripercorso l’iter che ha portato Roma a scegliere tra i due progetti presentati da Regione e commissario che prevedevano, rispettivamente, la riconversione strutturale di un edificio al Cardarelli (la cosiddetta torre Covid) ad oggi ancora in fase progettuale e il Vietri quale centro Covid con l’acquisto di attrezzature e personale per potenziare una struttura pubblica “grazie alla quale la situazione del Molise sarebbe un pochino migliorata”, ha chiosato. Alla fine, come noto, la scelta è caduta sul progetto che riportava la firma dell’Asrem, il quale probabilmente non vedrà mai la luce e, considerando l’incalzare dei contagi, potrebbe essere operativo fuori tempo massimo.

Per quanto concerne le Terapie Intensive, fin da subito il commissario Giustini ha redatto il piano pandemico che potenziava tutti i presidi pubblici regionali, ma mai attuato dall’Asrem e ha cercato di stipulare delle convenzioni con i privati accreditati per le terapie intensive, ma i termini delle stesse non sono state accertati dalle strutture private, se non quando è scattata la Fase 5 ad inizio febbraio scorso. Di contro, l’Asrem, con il benestare del presidente Toma ha emanato bandi di concorso per l’assunzione di personale sanitario, con contratti a tre mesi. Nonostante l’esiguo tempo di contrattualizzazione, sono state numerose le domande pervenute, ma non si è mai convocata la commissione di valutazione e quindi non si è potuto procedere ad alcuna assunzione. Ne è derivata la riconversione di alcuni reparti ospedalieri di specialistiche ordinarie in reparti Covid, con gravi disagi per le cure delle patologie ordinarie. “I presupposti per evitare la commistione del Cardarelli c’erano – ha concluso Giustini – in quanto la struttura è l’unico Dea di I livello della regione e non era adatta a diventare centro Covid. Ma qualcuno (Toma, ndr) ha deciso diversamente”.