di Miriam Iacovantuono

A un anno di distanza dalla presenza dei primi casi di pazienti positivi al Covid in Molise, con una pressione sugli ospedali della Regione, una soluzione che avrebbe potuto aiutare nel fronteggiare l’emergenza pandemica in atto è stata accantonata in un angolo. Si tratta della medicina territoriale. Agire in modo tempestivo sul territorio avrebbe permesso, fin da subito, di identificare nel minor tempo possibile il maggior numero di contagi per poterli curare meglio e a domicilio, dove possibile. Avrebbe in qualche modo alleggerito la pressione sugli ospedali e forse anche ridotto il numero dei morti, così come hanno affermato molti medici molisani.

Dunque, una organizzazione diversa con il potenziamento della medicina territoriale, fondamentale nella nostra Regione e più che mai in questo particolare momento storico. A stilare un progetto sociale, ambientale e sanitario per tutelare la salute dei molisani e quella del loro territorio sono state alcune associazioni – La Fonte, Molise 2030, Molise Domani, I Medici per l’Ambiente, Associazione ex consiglieri regionali – ponendo al centro “la tutela della salute del cittadino che deve essere la priorità delle nostre istituzioni e della nostra società”.

Tra i punti presi in esame dal progetto c’è il tema della digitalizzazione del sistema sanitario del Molise, necessaria per conoscere lo stato di salute della comunità molisana e per rendere efficiente l’intera organizzazione della Sanità, dalla medicina territoriale alla rete ospedaliera. Il progetto poi evidenzia l’importanza dei Distretti della Salute che devono avere una funzione di governo, ovvero di programmazione, coordinamento e controllo delle attività sanitarie attraverso la lettura e l’interpretazione dei bisogni sociali, ambientali e sanitari del territorio e un ruolo importante deve essere quello dei sindaci. Il vero cuore della medicina territoriale e delle attività di prevenzione poi devono essere le Case della Comunità che forniscono assistenza specialistica, diagnostica e servizi di telemedicina. E poi tra le altre cose è importante che la rete degli ospedali pubblici molisani – il Cardarelli di Campobasso, il San Timoteo di Termoli, il Veneziale di Isernia, l’Ospedale di Area Disagiata di Agnone – deve essere riorganizzata, riqualificata e integrata con il nuovo servizio sanitario che ha nella medicina territoriale il suo vero fulcro.

Dunque, un modello sanitario vicino al cittadino, vicino al territorio e che in questo momento è importante per fronteggiare la pandemia. Come è fondamentale prestare cure appropriate e tempestive ai contagiati sintomatici evitando, ove possibile, il ricovero negli ospedali.