Una protesta che parte dal basso quella organizzata da cittadini autorganizzati che pone al centro la grave situazione sanitaria del Molise. Uniti nella protesta i liberi cittadini – Giuseppe Totaro, Francesco Di Lucia, Vincenzo Lorito, Fedele Manes, Giuseppe Rulli, Antonio De Blasiis, Tony Vincelli, Pierpaolo Terzano, Gina Nuozzi, Anna Di Michele, Iolanda Aceto, Sallustio Carmelina, Vizzarri Cinzia, Ruccolo Gennaro – sottolineano che l’iniziativa non ha nessuna connotazione e appartenenza politica. “Ci siamo stancati – scrivono – di sentir parlare di chi ha più o meno colpe in quanto le stesse sono attribuibili a tutti coloro che hanno gestito la sanità pubblica per moltissimi anni. Rivendichiamo con orgoglio la nostra iniziativa di semplici e soprattutto liberi cittadini e rinnoviamo ancor più forte l’invito ai liberi cittadini di ogni Comune molisano, a seguirci in questa lotta che vedrà organizzare una vera e propria manifestazione appena le condizioni lo permetteranno”. 
La richiesta di questi cittadini è che in tempi brevi venga modificato il piano regionale sanitario approvato nella scorsa legislatura, al fine di riaprire gli ospedali chiusi e reparti Covid, per fare fronte all’emergenza sanitaria che ormai è diventata ordinaria.  
Gli autori della protesta affermano che, a fronte di un 42% di prestazioni sanitarie fornite da privati che hanno esautorato la funzione del pubblico, bisogna recuperare la centralità della sanità come bene comune e non come oggetto di profitto privato. Gli autori dell’iniziativa sostengono: “continueremo la battaglia per la riapertura di ospedali e reparti Covid in Regione con future iniziative di protesta, nei termini e nei limiti delle restrizioni Covid in atto, al fine di insidiare i decisori politici a garantire nuovamente il diritto alla cura in strutture pubbliche. Non ci fermeremo nonostante gli atti di sabotaggio degli striscioni”.
L’appello inoltre a tutti coloro che vogliono unirsi alla protesta rendendosi anche disponibile ad ascoltare il grido di allarme di altri cittadini.