di Miriam Iacovantuono

Quando si parla di aree interne e di zone marginali troppo spesso si porta lo sguardo verso ciò che manca. Al senso di rassegnazione. Allo scoraggiamento. Ma, come più volte è stato raccontato, ci sono delle opportunità e delle buone pratiche che vale la pena perseguire.
Un elemento che contribuisce alla rivitalizzazione delle aree interne del nostro Molise e dell’Italia intera sono le Cooperative di Comunità che creano opportunità di lavoro e di reddito attraverso il riconoscimento delle potenzialità del territorio facendo leva sul protagonismo dei cittadini con lo scopo di dare risposte ai bisogni dell’intera collettività.

L’analisi di quelle che sono le Cooperative di Comunità nelle aree interne è reperibile nel volume ‘Metodologie, percorsi operativi e strumenti per lo sviluppo delle cooperative di comunità nelle aree interne italiane’ a cura di Luigi Mastronardi e Luca Romagnoli che, attraverso diversi contributi di docenti e ricercatori UniMol, hanno disegnato il quadro di queste nuove imprese nate o che stanno nascendo nelle aree interne.
Si tratta infatti di nuove opportunità per il territorio che offrono beni e servizi che incidono in modo stabile sulla qualità della vita apportando vantaggi sulla comunità locale. Nuove imprese quindi che pongono al centro il perseguimento dell’interesse generale, facendo riferimento alla comunità locale, anche attraverso la creazione di partnership. Dal 2011 infatti aumentano anche in seguito a protocolli d’intesa tra Legacoop, Associazione Borghi Autentici di Qualità e Legambiente.

Le Cooperative di Comunità, dunque, consentono di costruire e consolidare relazioni significative tra persone diverse per provenienza, esperienza, capacità, problematiche e prospettive contribuendo alla crescita del capitale sociale e del territorio. Mettono in campo un insieme di pratiche che si svolgono sul territorio con il coinvolgimento e l’utilizzo delle risorse del territorio stesso, in modo da ottenere buone prassi di sviluppo locale sostenibile socialmente, economicamente ed ecologicamente e che rispondano a un più ampio sistema di welfare. Creano, in sostanza, nuove forme di condivisione e co-producono beni e servizi che possono innescare dinamiche che apportano benefici a tutti i soggetti presenti sul territorio.

Un’idea che in Molise può essere una buona opportunità per lo sviluppo delle aree interne mediante l’individuazione di percorsi di crescita basati sulla nascita di un nuovo soggetto economico che è proprio la Cooperativa di Comunità.
Questo nuovo tipo di impresa si sviluppa rafforzando il legame tra realtà economica e il territorio di riferimento, con il fine ultimo che è quello di creare opportunità, ma allo stesso tempo rigenerare anche territori e creare presupposti per questi nuovi modelli di impresa. Si tratta quindi di una iniziativa, di una buona pratica che si pone tre obiettivi e nello specifico quello di migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e interne attraverso la valorizzazione del potenziale endogeno. Ma anche migliorare la competitività del settore agricolo, forestale e delle attività tradizionali del territorio. E infine valorizzare l’ambiente e lo spazio rurale attraverso la gestione razionale del territorio.

In questo modo le Cooperative di Comunità diventano le protagoniste di un percorso di sviluppo al fine di rafforzare modelli di crescita sostenibili, invertire il processo di spopolamento delle aree marginali, creare opportunità di reddito e di occupazione, potenziare l’offerta dei servizi essenziali, tutelare e valorizzare il territorio.
Operano con uno spirito sociale ad ampio raggio, di cooperazione e di inclusione verso tutti i cittadini e pongono al centro del sistema di servizi e di produzione, la comunità. Le attività delle Cooperative di Comunità sono inserite in una progettualità più ampia che coinvolge il territorio con l’obiettivo di dare risposte alle esigenze dei singoli cittadini e allo stesso tempo produrre benessere e coesione sociale. E nascono proprio in quei territori resilienti che sono le aree interne. Aree adatte per una riconversione. Luoghi ideali per elaborare buone pratiche per lo sviluppo.

Dall’analisi emerge che le Cooperative di Comunità si prestano bene a lavorare sulla conoscenza, sulla valorizzazione e la messa a sistema del patrimonio che il territorio offre. Si concentrano poi su attività nelle quali il territorio, ambiente e paesaggio, tornano a essere considerati beni comuni e base di un modello sostenibile dal punto di vista ecologico, economico e sociale. Attraverso di esse emerge una delle forme di imprese di comunità che vede la partecipazione dei cittadini, il rispetto del principio della porta aperta, il perseguimento di finalità comunitarie, i limiti alla distribuzione degli utili, la non scalabilità. Diventano così lo strumento più utile per promuovere un’azione collettiva in termini imprenditoriali e sono indirizzate a promuovere la crescita e la valorizzazione della comunità di riferimento. Infatti, la diffusione di queste Cooperative porta al centro della scena la comunità stessa e testimonia il crescente spazio conquistato dal ruolo produttivo dei cittadini e della comunità. La loro nascita – soprattutto in aree marginali – è funzionale a contrastare l’impoverimento, sociale ed economico, e a garantire la sopravvivenza stessa di quel territorio. Queste nuove imprese, quindi, hanno allargato il loro campo di interesse e tendono a essere multisettoriali e in ambiti utili per l’economia locale.

Negli ultimi anni si sono sviluppate per esigenze diverse come la lotta allo spopolamento dei piccoli centri di montagna, la creazione di nuovi posti di lavoro, la tutela del patrimonio ambientale e in diversi ambiti, quali agricoltura, artigianato e turismo.

A livello legislativo, il Molise è carente di una norma regionale che disciplina specificamente le cooperative di comunità, l’unico riferimento, al fine di incentivare il sistema cooperativistico è la legge regionale n.16/09.
Nell’articolo 1 di questa norma si legge che si riconosce la funzione sociale della cooperativa a carattere di mutualità prevalente per promuovere lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione nei territori particolarmente svantaggiati, però in sostanza non vengono individuati criteri soggettivi e oggettivi necessari per accedere alle cooperative miste.

Ad ogni modo nell’analisi viene evidenziato che nella cooperativa di comunità i cittadini sono sia i produttori che i fruitori di beni e servizi e ogni cooperativa si distingue per dimensioni, obiettivi, attività e servizi, poiché differenti sono le peculiarità e le condizioni della comunità, diversi i bisogni, le motivazioni e le modalità di risposta della collettività. Le Pro Loco, le parrocchie, le associazioni, le imprese territoriali e in particolar modo la pubblica amministrazione incarnano quei soggetti di cui la cooperativa necessita e con cui deve stringere relazioni soddisfacenti per gestire determinati servizi all’interno del comune.

Una cooperativa dunque concepita in una dimensione imprenditoriale che favorisce iniziative a sopo sociale in diversi ambiti quale quello ambientale, turistico, agricolo, per citarne alcuni.
Alla base si pongono dei principi fondamentali per affrontare problemi sociali in un’ottica di presa in carico e valorizzazione dei beni comuni e di servizi collettivi, pubblici e di interesse generale e con l’obiettivo principale di produrre beni e servizi che incidano sulla qualità della vita sociale ed economica e anche sulla sopravvivenza stessa della comunità.

Un buon punto di partenza da dove una comunità può ripartire perseguendo degli obiettivi che vadano ad arginare quelle criticità tipiche di un paese delle aree interne.