di Alessandro Matticola

Tra le abitudini di molti di noi, fino a prima del covid, vi era quella di farsi una prima “scappatella” dell’anno nella settimana di pasqua, di qualche giorno.

Il 2021 poi, è l’anno in cui celebriamo i 700 anni dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri, uno dei padri della nostra lingua.

Cos’hanno in comune queste due affermazioni? Apparentemente nulla se non che, il primo a compiere un viaggio – se così lo si può definire – durante la settimana della Pasqua, è stato proprio Dante.

È un aspetto a cui solo da pochi anni si sta dando importanza e sono ben poche le antologie scolastiche che ne parlano: la Divina Commedia è ambientata durante la settimana di Pasqua del 1300.

Ma procediamo con ordine.

Il 1300 è l’anno del giubileo indetto da Papa Bonifacio VIII, da qui l’idea di un’opera che fosse un viaggio di redenzione e di rinascita, tema politicamente caro al sommo poeta che spesso ne tratta durante la Commedia.

La prima indicazione del periodo in cui ha luogo il viaggio tra i tre regni dell’oltretomba, la si ha esattamente all’inizio della commedia. Quel famoso “Nel mezzo del cammin di nostra vita” ci dice molto di più di quanto si creda.

Il punto di riferimento è la Bibbia, dove in più di un’occasione nell’Antico Testamento, si fa riferimento al 70 come l’anno massimo di vita di una persona. Di conseguenza, Dante compie il viaggio quando ha all’incirca 35 anni. Essendo nato nel 1265, il suo 35° compleanno cade esattamente nel 1300.

Un altro punto di riferimento sull’inizio del viaggio, è dato all’apparizione della prima delle tre fiere. La lonza infatti, si para davanti al poeta alle prime luci del mattino, “ ’l sol montava ’n sù con quelle stelle/ ch’eran con lui quando l’amor divino/mosse di prima quelle cose belle”. È l’alba dell’equinozio di primavera, giorno in cui si pensa che sia iniziata la creazione del mondo da parte di Dio e di conseguenza, le stelle sono quelle della costellazione dell’Ariete.

L’indicazione definitiva del periodo in cui si compie il viaggio nei tre regni, è data poi nel XXI canto dell’Inferno, quando il diavolo Malacoda parla dei ponti che collegavano le bolge del VIII cerchio, crollati esattamente il giorno della morte di Cristo, alle 12 e non alle 15 stando alla narrazione del Vangelo di Luca: “Ier, più oltre cinqu’ ore che quest’otta/mille dugento con sessanta sei/anni compié che qui la via fu rotta”.

La Pasqua oggi, per convenzione, cade dopo il primo plenilunio che segue l’equinozio di primavera e allo stesso modo, a causa dello scandalo delle Baccanali durante l’Impero Romano, la festa del Natale venne spostata al 25 dicembre, giorno in cui le ore di luce iniziano ad aumentare dopo il solstizio di inverno, facendo così coincidere la nascita di “Cristo Luce del Mondo” con la fine del buio dei mesi più freddi.

Durante il medioevo, non si era soliti contare i giorni dal primo di gennaio. Il primo giorno dell’anno veniva contato secondo due diverse modalità: “Ab Nativitade” ossia dalla natività, il 25 dicembre e “Ab Incarnatione”, ossia dalla data convenzionale della Pasqua storica (morte di Gesù), metodo utilizzato da Firenze (siamo durante il periodo dei Comuni), che era fissata invece per il 25 marzo.

Questo però ci da’, in realtà, due date da cui poter far partire il viaggio. Se ci si basa infatti sulle informazioni date dal Sommo Poeta all’inizio del I canto dell’Inferno, la data è sicuramente il 25 marzo. Ma l’affermazione di Malacoda ci da un’altra informazione e cioè che ricorrevano 1266 anni dal crollo del ponte, avvenuto il Venerdì Santo.

Quindi, le date possibili sono due: il 25 marzo, giorno della Pasqua storica e quindi del capodanno storico fiorentino oppure il venerdì santo, che nel 1300 ricorreva l’8 aprile.

Da qui, si può ricostruire il tempo in cui si svolge il viaggio di Dante, nella settimana della Pasqua – che sia storica o reale – dal Paradiso al Purgatorio, compiuto in 7 giorni che rappresentano simbolicamente non solo un rito di espiazione dei peccati, ma anche i 7 giorni della creazione del mondo.

Dal 25 marzo, o dall’8 aprile, all’incirca alle 6 del mattino, ora dell’alba, Dante si trova davanti la prima delle tre fiere e subito dopo di loro, accorrerà in suo aiuto Virgilio che lo accompagnerà durante la discesa nell’Inferno e tra le cornici del Purgatorio. All’approdo nel IV cerchio dell’Inferno, è circa mezzanotte: “già ogne stella cade che saliva” (Inf. VII, 98). Sono le 7 del mattino del giorno successivo, quando incontra il diavolo Malacoda di cui abbiamo parlato (Inf. XXI, 112. Si ritrovano così circa verso mezzogiorno nella IX Bolgia e al tramonto giungono al centro della terra, dove vi è Lucifero.

Siamo così al 3° giorno di viaggio quando, all’alba, si ritrovano sulla spiaggia del Purgatorio davanti all’angelo traghettatore di anime. Al tramonto del 3° giorno, i due si ritrovano nella Valletta dei Principi, dove riposeranno per tutta la notte. Sempre all’alba, il 4° giorno, riprende il cammino e i due si apprestano a salire il Monte del Purgatorio. È il tramonto quando giungono alla IV cornice. Il 5° giorno si conclude il viaggio nel Purgatorio. Sempre al cader della giornata, si ritrova nella settima cornice, dove sosta prima di entrare, il giorno successivo, in Paradiso.

Giungiamo così al 6° giorno quando, sempre di buon mattino, Dante compie i riti purificatori che gli permettono di entrare nel Paradiso. È il regno dove sosta di meno, solo due giorni. Il viaggio si conclude a mezzogiorno del 7° giorno, ossia il 31 marzo o il 14 aprile.

È un aspetto, quello temporale del viaggio di Dante, poco noto e molto sottovalutato. Eppure lo si ha sotto al naso, leggendo la Commedia con un po’ più di attenzione. Questi sono solo alcuni dei segni sparsi lungo le cantiche, sono quelli che danno alla Divina Commedia una collocazione temporale ben precisa e che, nel corso dei canti, trova ulteriori conferme.

Oggi è la Domenica delle Palme. Siamo un po’ in anticipo rispetto al periodo della Divina Commedia. Ci aspetta un’altra pasqua nell’intimità delle nostre case, come quella dello scorso anno. Non abbiamo certo bisogno di “fare deserto” dentro noi stessi, abbiamo avuto un intero lockdown lo scorso anno, alcuni lo stanno continuando a vivere ancora adesso. Potemmo però dedicare un po’ di tempo a riguardare quel film con occhi diversi, da spettatori e non da protagonisti e vedere così di cosa abbiamo fatto tesoro in questo anno così strano. Potrebbe essere questo il nostro viaggio nella settimana che sta per iniziare.