di Antonio Di Monaco

La Pubblica amministrazione deve garantire ai cittadini l’accesso e la trasparenza delle informazioni nei tempi stabiliti dalla legge e non c’è emergenza che possa cancellare o procrastinare tale diritto. È quanto ha sancito la sentenza 00123/2021 del Tar Molise condannando la Regione Molise per il ritardo (4 mesi invece dei 30 giorni previsti dalla legge) con il quale ha fornito riscontro alla richiesta di Cittadinanzattiva del settembre scorso, in merito alla piena trasparenza sui dati relativi all’approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali, tramite lo strumento dell’accesso civico. L’Ente di via Genova dovrà rifondere all’associazione le spese legali sostenute per il ricorso oltre al rimborso per il contributo unificato.

Il pronunciamento dei giudici amministrativi è particolarmente rilevante in questo periodo di emergenza che nel nostro Paese è stata caratterizzato, in negativo rispetto ad altri Paesi europei, per la grave opacità con cui sono stati gestiti i dati in particolare sanitari, e per le forti limitazioni imposte, nella prima fase della pandemia, al diritto di accesso alle informazioni previsto dal FOIA (Freedom Of Information Act). Il caso Sicilia, dove sono agli arresti domiciliari una dirigente regionale e due suoi collaboratori ed è stato inviato un avviso di garanzia all’assessore regionale con l’accusa di aver alterato i dati sui contagi e sui tamponi inviati all’Istituto superiore di sanità, è ancora un pessimo segnale. La trasparenza dei dati pubblici è un diritto che va garantito sempre, soprattutto in tempi di emergenza. Se la Regione Molise avesse risposto prima all’istanza di Cittadinanzattiva, si sarebbe risparmiato tempo e denaro pubblico impiegandolo in altre attività utili alla collettività.