“Migliaia di persone che vivono nella zona di Rio Vivo di Termoli rischiano di dover sborsare ingenti somme di denaro e anche di perdere la casa, se i Ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture non interverranno presso l’Agenzia del Demanio, per farla recedere dalle sue infondate ragioni, ponendo così fine ad un contenzioso costruito su errate interpretazioni legislative, che dura ormai da troppi anni”. Sono queste le parole della consigliera Micaela Fanelli che tocca una vicenda difficile e complessa.

“Questa zona di Rio Vivo di Termoli (zona Sud) costituisce un’ampia lingua di terreno fra il mare ed il retrostante altopiano. Per essa esistono numerose azioni giudiziarie, inizialmente promosse dall’Avvocatura dello Stato nel 1981, che rivendicavano allo Stato parte di essa in qualità di demanio marittimo dai numerosi abitanti che, nel frattempo e con un piano regolatore comunale approvato dall’allora Ministero dei LL.PP., avevano costruito un intero quartiere cittadino di circa, ormai, 1000 abitanti. I privati si opposero alle pretese statali sulla zona eccependo l’intervenuta usucapione. Ma, con l’andare del tempo, anche gran parte della zona venne rivendicata quale demanio. Nacquero così centinaia di giudizi in corso, presso la Corte d’Appello di Campobasso”.

Non solo, ma con legge n. 205/17 del 27 dicembre 2017 (finanziaria 2018), si è riconosciuto che il territorio in discussione è da qualificare come patrimonio disponibile dello Stato, e quindi usucapibile, in base alla loro intestazione catastale, applicando anche al Comune di Termoli la stessa legge n. 140 del 2004 che aveva dichiarato già per il Comune di Campomarino la stessa natura privatistica di un territorio molto più esteso, per centinaia di ettari, e destinato ormai a residenze turistiche per 80-100 mila abitanti d’estate.

“La Corte d’Appello di Campobasso – prosegue Fanelli – non uniformandosi al disposto legislativo della L. 205/17, ha pronunciato tutta una serie di sentenze di condanna (ora al vaglio della Cassazione) nei confronti dei cittadini di Rio Vivo”.

Situazioni paradossali tanto che è stata presentata in Aula una mozione dalla stessa Fanelli, Facciolla, Fontana, Manzo e Romagnuolo che impegna il Presidente della Regione Molise a chiedere lumi al Ministro del MEF.