di Antonio Di Monaco

Quanto è lontano quel 27 dicembre 2020 che pomposamente era stato sbandierato come il “vaccine day” con tanto di dirette tv e avvio sincronizzato delle somministrazioni a medici e infermieri. Forse l’unico giorno in cui il piano “nazionale” dei vaccini è stato condiviso. Poi tutti avanti in ordine sparso. Ognuno a proprio modo nelle priorità, nei tempi e per le categorie. A questo vanno aggiunti gli errori e i problemi tecnologici oltre all’incertezza sulle dotazioni e l’approvvigionamento del siero, ma gli esempi cominciano a essere tanti per non dedurre che a saltare è stata proprio l’organizzazione. E il Molise, di certo, non fa eccezione.

La prima questione riguarda la definizione delle priorità, ovvero chi ha più diritto di altri ad essere vaccinato. L’indicazione ministeriale è che nella “fase uno” i primi a sottoporsi alla vaccinazione avrebbero dovuto essere gli operatori sanitari. Di conseguenza questo ha significato ritardare la somministrazione alle altre categorie a rischio, inizialmente previste tra i primi ad avere diritto al vaccino, come i dipendenti e ospiti delle residenze per anziani e gli ultraottantenni che sono scivolati, rispettivamente, al secondo e al terzo posto delle priorità. Perché, dopo quelle citate, sono state inserite, con precedenza sui soggetti a rischio (malati cronici con meno di 80 anni), alcune professioni ritenute più “meritevoli”. Difficile stabilire se ci siano state pressioni o siano cambiate le valutazioni, ma insegnanti, magistrati e forze dell’ordine hanno avuto la precedenza e sono entrate in fase uno quando invece in un primo momento erano previste come priorità 6 nella seconda fase. Anche i dati comunicati non sono sovrapponibili perché i tempi indicati e i modi sono diversi. Prima i diabetici, no i dializzati, gli anziani o i trapiantati.

Le modalità di assegnazione sono piuttosto opache e non esiste nessun tipo di trasparenza. Nemmeno sulla trasmissione dei numeri. Secondo l’Osservatorio interdisciplinare trasporto alimenti e farmaci (Oitaf), il sito web Github è aggiornatissimo dalle Regioni per quanto riguarda il numero di dosi somministrate ma meno, molto meno sulle dosi di vaccino che vengono consegnate dalle case farmaceutiche ad ogni regione. Secondo quanto constatato, al Molise sono state consegnate 3mila dosi di Moderna lo scorso 2 aprile e ne sono state somministrate in totale 70.627 su 76.925, pari al 91,8%, aggiornato ad oggi, 5 aprile. Ma è possibile che gli arrivi delle dosi non vengano segnalati per giorni. E questo può voler dire due cose. O che non arrivano dalle case farmaceutiche o che, invece, in questo modo la percentuale di somministrazione si alza o si abbassa a seconda delle forniture dichiarate.