L’Italia raccomanda l’uso di AstraZeneca solo per chi ha più di 60 anni, sebbene non ci siano elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose per quanti avessero già avuto la prima. Ad annunciarlo ieri sera è stato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Pur riconoscendo i casi eccezionali di trombosi come “effetti indesiderati molto rari” dell’immunizzante anglo-svedese, l’Ema non aveva infatti ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, demandando la decisione ai singoli Stati.

Con questo nuovo colpo di scena su AstraZeneca, cambia ancora il piano vaccinale: prenotazioni fissate fino a maggio da rinviare o cancellare, richiami per 2,3 milioni di italiani da gestire, categorie prioritarie e fasce di età da rivedere.

“A breve ci sarà una circolare con tutte le indicazioni, dobbiamo essere chiari e netti”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. E ha ribadito che le priorità dell’esecutivo non cambiano: vanno messi in sicurezza gli anziani e le persone fragili. Ma la modifica in corsa, e i timori sempre più diffusi tra gli italiani, rischiano di provocare ulteriori rallentamenti alle vaccinazioni.