di Antonio Di Monaco

Nonostante le richieste, formali e informali, avanzate all’Asrem dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, non sono state ancora pianificate le vaccinazioni anti-Covid né per i pazienti oncologici né per tutti i volontari che quotidianamente operano a stretto contatto con loro e con le strutture ospedaliere. In mancanza dell’immunizzazione, alcuni servizi restano ancora attivi in presenza nonostante le limitazioni imposte dalle precauzioni anti Covid, altri sono stati riadattati con le modalità online e telefoniche, ma i volontari sono tutti impegnati.

È evidente che le terapie e le cure non possono fermarsi, il programma di cura e di riabilitazione del paziente neoplastico deve continuare, le diagnosi precoci sono il punto di forza della prevenzione. La campagna deve garantire la copertura alle categorie fragili ed anche a chi è a stretto contatto con loro. La priorità nelle immunizzazioni deve necessariamente tener conto di chi sta già combattendo contro il cancro o sta attraversando l’altrettanto delicata fase del recupero dopo la malattia. E con loro anche tutti i volontari che operano al loro fianco ad esempio nel trasporto verso i luoghi di cura o nelle consulenze psico-oncologiche e nutrizionali. Eppure, la stessa Lilt di Campobasso si è offerta per collaborare all’organizzazione di nuovi punti vaccinali, sia grazie alla disponibilità dei medici che operano nell’associazione sia grazie ai tanti volontari che si sono offerti per la parte amministrativa. Ma, nonostante questo, l’Asrem fa ancora orecchie da mercante.