di Antonio Di Monaco

Il Molise è l’unica regione ad avere attualmente un solo laboratorio per analizzare i tamponi, come pure è quella che ne processa il minor numero al giorno. La sola struttura deputata a processare i tamponi in regione è quella dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, che riesce ad eseguirne mediamente solo settecento al giorno. Considerando che la battaglia con il Covid, la quale, nonostante i vaccini, potrebbe durare ancora molto, sarebbe opportuno potenziare il sistema di tracciamento abilitando anche i laboratori molecolari già presenti a Termoli e Isernia. In questo modo, si potrebbero lavorare non meno di 2mila tamponi al giorno, ossia quasi il triplo degli attuali.

Nel vicino Abruzzo, che conta circa un milione e 300mila abitanti, si eseguono mediamente 10mila tamponi al giorno, di cui il 60% molecolari e i restanti antigenici. Ragion per cui, la capacità di testing deve essere rafforzata su tutto il territorio regionale, anche alla luce della necessità di individuazione delle varianti del virus, che può determinare un ulteriore carico di lavoro per l’unico laboratorio pubblico già impegnato nell’ordinaria esecuzione dei test.

Già nel maggio 2020, nella fase iniziale della pandemia, il comitato San Timoteo aveva chiesto alla Regione l’attivazione di un laboratorio molecolare nell’ospedale di Termoli dicendosi disponibile a promuovere una raccolta di fondi tra le aziende del nucleo industriale per l’acquisto delle apparecchiature necessarie ad analizzare i tamponi, considerando che nell’area industriale della costa arrivano lavoratori dal Molise e da regioni confinanti. Il personale aggiuntivo sarebbe stato assunto, magari inizialmente a tempo determinato, sia con fondi ministeriali sia con fondi della programmazione 2019-2021. Ma dalla Regione, nulla di fatto. Ancora una volta, dunque, si è preferito non investire sulla prevenzione pubblica. La medicina di laboratorio rappresentata in tutte le sue discipline è, infatti, una medicina che definisce diagnosi precise. Ogni esame viene analizzato, verificato, c’è un controllo e un incrocio dei dati del paziente, è un lavoro clinico. E di questo, in tempo di Covid, ce n’è un bisogno vitale.