di Antonio Di Monaco

Un altro pezzo della sanità pubblica molisana rischia di essere dismesso, non certo per obsolescenza o senescenza, ma per carenza di personale e mancato turnover. Nel prossimo luglio, l’unica camera iperbarica del Molise, che si trova all’ospedale Vietri di Larino, rischia di chiudere perché la responsabile del servizio, l’anestesista Pina Lallo, andrà in pensione e con lei anche un presidio importantissimo che serve diverse regioni del centro-sud – è l’unica presente tra Ancona e Bari – e funge anche da centro di formazione per medici provenienti da altre zone d’Italia. Eppure, nonostante le reiterate richieste di invio di personale medico da formare prima di luglio, in modo che il servizio non si interrompa, nulla è stato fatto.

Si tratta di un’Unita operativa che serve anche in casi di emergenza, come embolie, intossicazioni da monossido, ma anche per alcuni traumi da schiacciamento. Al suo interno è possibile respirare ossigeno puro a livelli di pressione superiori a quelli presenti normalmente nell’ambiente. Il trattamento in camera iperbarica è meglio conosciuto come ossigenoterapia iperbarica, priva di effetti collaterali e assolutamente non invasiva. L’elemento principale su cui si basa l’ossigenoterapia è la pressione; si è infatti calcolato che all’interno della camera iperbarica, la quantità di ossigeno nel sangue può raggiungere un livello superiore di 15 volte rispetto ai valori normali, con una conseguente penetrazione dell’ossigeno in profondità, raggiungendo anche i tessuti normalmente meno irrorati.

Al momento, tutte le turnazioni sono rese possibili grazie all’impegno della dottoressa Lallo in collaborazione con il collega dell’Hospice, Mariano Flocco. Il servizio di camera iperbarica, pur privato delle urgenze, continua ad erogare prestazioni di eccellenza nonostante il personale sia ridotto ai minimi termini. Una pagina di buona sanità pubblica che è stata scritta per anni quando la struttura era collocata nel vecchio ospedale Vietri di via Marra ed è continuata, anche se in misura ridotta, anche nella nuovissima struttura. Ma se non sarà reperito e formato il personale necessario, potrebbe diventare l’ennesima pagina strappata di un libro che di integro ha ormai solo la copertina.