di Antonio Di Monaco

Un gruppo di genitori è pronto ad interpellare il presidente della Regione Molise, Donato Toma, per avere la Didattica a Distanza facoltativa per i propri figli. Al momento, i dirigenti scolastici non concedono la Dad salvo che per motivi di isolamento, quarantena, positività e per la presenza in casa di soggetti “fragili”. Ma c’è un precedente giuridico al quale il gruppo di genitori si appellerà, ovvero la sentenza emessa lo scorso febbraio dal Tar Puglia che ha sospeso l’ordinanza regionale con la quale il presidente, Michele Emiliano, aveva disposto la didattica digitale integrata al 100% per tutti gli alunni e gli studenti pugliesi. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dal Codacons Lecce e da un gruppo di genitori di alunni motivando la sospensiva dell’efficacia del provvedimento ricordando che “le Regioni possono introdurre misure derogatorie più restrittive rispetto a quelle disposte dal Governo nazionale, ma tali misure devono essere provvisorie e ragionevolmente coerenti con la classificazione del livello di gravità dell’emergenza in ambito regionale (evidenziata dal colore assegnato alla regione, ndr)”. Il presidente Emiliano, quindi, è dovuto tornare sui suoi passi tanto che nelle ultime ore ha annunciato che “fino al 30 aprile vige l’ordinanza regionale che dispone la didattica digitale integrata consentendo alle famiglie se scegliere tra Dad o lezioni in presenza. La nostra intenzione, in assenza di novità positive sul fronte contagi, è quella di prorogare l’ordinanza per i primi 15 giorni di maggio”.

Intanto, le Regioni hanno presentato le loro istanze al governo sul tema in vista del decreto Riaperture da variare giovedì o, al massimo, venerdì 23. Tra le ipotesi sul tavolo, quella di orari scaglionati per le entrate negli istituti, mantenendo il 50% di presenza sui mezzi rispetto alla capienza. Oppure, per non rischiare di aumentare questa stessa percentuale, chiedere (anche se i tempi sarebbero troppo stretti) un potenziamento di mezzi e numero di personale. Poi i test salivari rapidi agli studenti per eseguire controlli a campione e consentire il tracciamento per i quali presto arriverà una circolare del ministero della Salute. Dunque, i presidenti di Regione si impegnano a garantire almeno il 50% delle presenze degli studenti in classe. Chiederanno la possibilità di deroghe, legate soprattutto a quegli edifici che non possono adattarsi alle norme che scatteranno dal 26 aprile. Ma i ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione e degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, ribadiscono la linea del governo: riapertura al 100 per cento in presenza pure alle superiori nelle zone gialle e arancioni. Il braccio di ferro istituzionale prosegue.