di Miriam Iacovantuono

Il ricordo di chi non c’è più, di chi è stato portato via da un virus invisibile, ma anche da scelte sbagliate. Una veglia protesta davanti al Palazzo di Giustizia di Campobasso per accendere ancora una volta i riflettori su quella giustizia che i famigliari delle vittime e il Collettivo Cacciamoli chiede da diversi mesi. “Sono quattro gli esposti che il Comitati Dignità e Verità per le Vittime Covid ha presentato a questo Tribunale, per chiedere se ci fosse un nesso tra tutte queste morti e la gestione dell’emergenza sanitaria qui in Molise. Ad oggi – ha dichiarato il Presidente Francesco Mancini – dopo 5 mesi dal primo esposto ancora non abbiamo nessuna risposta”. Una veglia protesta che però è voluta essere anche una forma di sensibilizzazione per la Procura di Campobasso a cui il Comitato chiede di avviare una indagine seria e che dica qual è la verità che il Comitato vuole sapere. “L’unica cosa che c’è stata è l’avviso di garanzia all’ex Commissario Giustini, che avrà le sue responsabilità – ha dichiarato Mancini – ma non è l’unico. Ci sono evidentemente altri con responsabilità maggiori”. L’invito che il Comitato fa alla Procura è di a fare indagini serie perchè ci sono documenti ben precisi e molto chiari sui quali non si può tacere.

Alla manifestazione aveva dato l’adesione anche il Forum per la tutela della sanità pubblica, proprio per ribadire la vicinanza ai familiari delle vittime. Una adesione che però è stata ritirata “a seguito, – scrive il presidente del Forum Italo Testa – di una serie di scorrettezze gratuite e polemiche strumentali nei suoi riguardi da parte del comitato organizzatore, il Forum che conferma la sua vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime della malasanità, si vede costretto a ritirare la sua adesione alla manifestazione”.

Mancini a nome del Comitato tiene a precisare che non è d’accordo sul vietare la piazza “anche perchè – ha detto – come Comitato non vogliamo essere strumentalizzati e tanto meno entrare in beghe politiche o campanilistiche. Il nostro scopo è ben preciso ed è quello di avere giustizia”.

Alle vittime è stato dedicato un minuto di silenzio, che poi si è scatenato in rabbia nelle parole di chi è intervenuto e attraverso i propri interventi ha attaccato la politica, ma anche i rappresentanti della chiesa e il sindaco di Campobasso che secondo gli organizzatori avrebbero dovuto partecipare per far sentire la vicinanza alle famiglie che hanno perso un proprio caro a causa del virus.

La protesta non si ferma qui e il prossimo appuntamento è il 20 maggio davanti alla sede della Giunta regionale di via Genova a Campobasso.