di Miriam Iacovantuono

I problemi che il trasporto pubblico locale del Molise si porta dietro da anni non sembrano trovare una soluzione. La gestione dunque, è diventata ancora più critica in questo anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria. I lavoratori, supportati dai sindacati, sono tornati a far sentire la loro voce e lo hanno fatto davanti alla sede del Consiglio regionale in via IV Novembre a Campobasso. Tra i problemi che non si riescono a risolvere c’è quello della bigliettazione a bordo degli autobus. Gli autisti, anche se vietato dal Dpcm, si trovano sempre a dover emettere i biglietti e se non lo fanno più a bordo le aziende impongono di farlo a terra. Una soluzione che comunque non risolve il problema considerato che il rischio di contagio rimane comunque. Infatti, sono diversi i lavoratori del settore che sono rimasti e vengono contagiati durante il servizio. La cosa più logica sarebbe stata quella di attivare le bigliettazioni online in modo che si potesse risolvere definitivamente la questione, ma nulla è stato fatto.

Fermo anche il bando di gara e nulla è stato fatto per le criticità in cui versano le fermate che nella maggior parte dei casi sono pericolose sia per gli autisti che per i viaggiatori, in quanto posizionate lungo la strada e non a norma con il codice della strada. Senza dimenticare la longevità del parco mezzi con autobus obsoleti, nonostante ci siano fondi messi a disposizione per rinnovare il parco mezzi, ma che sono fermi. L’accusa è che il trasporto pubblico molisano è tra i più cari e i meno efficienti d’Italia e inascoltate sono rimaste anche le proposte che i sindacati avevano avanzato.

Una gestione da parte della Regione che secondo i sindacati fa acqua da tutte le parti. Quello che invece servirebbe è una serie di interventi seri a breve e lungo termine per cercare di offrire agli utenti un trasporto decente, ma soprattutto adottare il bando per il gestore unico. I rappresentanti sindacali avevano chiesto un incontro con l’assessore ai trasporti, Quintino Pallante, che però non è avvenuto.

Dunque, il grido di protesta dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali rimane ancora una volta inascoltato. Le ragioni dei lavoratori, che quotidianamente garantiscono un servizio affrontando criticità e problemi, vengono messe nel dimenticatoio da una classe politica che però dovrebbe avere il compito di agire affinché il servizio del trasporto pubblico venga garantito e in sicurezza.