di Antonio Di Monaco

Pazienti, specialmente anziani, costretti a continui spostamenti verso Isernia per un esame che potrebbe essere eseguito normalmente all’ospedale Caracciolo di Agnone se solo la Radiologia venisse dotata di una Tac. Il mancato utilizzo di questa apparecchiatura mette a serio rischio i servizi offerti dal reparto di Medicina e dai sanitari del Pronto soccorso. Il problema si aggrava in inverno a causa delle precipitazioni nevose che rendono ancor più difficoltosi gli spostamenti verso Isernia spesso chiamando in causa il 118 che lascia scoperto un intero territorio, per quanto concerne l’emergenza-urgenza, in nome di un servizio taxi non proprio in linea con le sue funzioni originarie.

Eppure, al Caracciolo esiste una Tac risalente al 2000 – evidentemente obsoleta -, ma che viene attivata solo quando è presente il radiologo e, quando deve essere utilizzata con il mezzo di contrasto, c’è bisogno imprescindibilmente di un anestesista, specie rarissima nell’ospedale agnonese. Una situazione drammatica che, nonostante i richiami, gli esposti alla Procura e i solleciti al direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, non è stata ancora risolta. E a nulla sembra valere il fatto che il decreto Balduzzi riconosca il nosocomio come struttura di area disagiata, oltre alle promesse e agli accordi puntualmente disattesi che allontanano l’utenza fuori regione contribuendo ad incentivare la mobilità passiva, come pure quella verso le strutture private dei soliti noti. Ora la palla passa alla nuova struttura commissariale guidata dal commissario, Flori Degrassi, affinché si impegni in maniera concreta per porre rimedio a questa situazione e non elemosinare più i diritti garantiti dalla Costituzione, cosa che avviene soprattutto nelle aree interne del Paese.