di Miriam Iacovantuono

Il turismo solitamente non conosce crisi. Soltanto la pandemia da Covid-19 è riuscita a bloccare totalmente un’economia gigantesca che fino ad ora non ha mai visto ostacoli neanche di confini o territoriali. Le restrizioni hanno compresso anche questo settore, costringendo i vacanzieri a rivedere le proprie scelte e a rivalutare altre mete. A questo abbiamo assistito nell’estate del 2020, ma qualcosa forse potrebbe cambiare in vista della prossima stagione estiva. Si potrebbero, infatti manifestare due diverse situazioni. Se le restrizioni con il tempo si allenteranno, tutte le mete potrebbero essere prese d’assalto da visitatori e vacanzieri, ma dall’altro lato potrebbero esserci comportamenti più cauti e un progressivo ma lento ritorno alle tendenze pre-pandemia.

Il primo scenario, con un “assalto” alle mete, può sicuramente allietare gli operatori del settore ma allo stesso tempo preoccupare amministrazioni locali e le stesse comunità non ancora del tutto abituati a quel turismo di massa che potrebbe incrinare gli equilibri e portare dei cambiamenti forzati anche all’ambiente circostante.

Una situazione che potrebbe facilmente manifestarsi anche in Molise, che già lo scorso anno ha visto una presenza maggiore di turisti, ma che evidentemente non ha la vocazione di poter accogliere il cosiddetto turismo di massa. Ed è per questo che sarebbe necessario puntare a un turismo sostenibile che non vada a intaccare l’autenticità e le peculiarità territoriali. Ma per fare questo non si può improvvisare. Se lo scorso anno ci si è trovati “impreparati”, quest’anno sarebbe necessario essere più lungimiranti. E’ sicuramente necessario dare sostegno a un settore profondamente colpito e anche soddisfare i bisogni dei viaggiatori, che però dovrebbero scegliere il nostro territorio per vocazione e non solo perché “non possono andare altrove”. E così, (forse), si potrebbe proteggere il territorio e migliorare le opportunità per il futuro.