di Miriam Iacovantuono

I tempi cambiano e le situazioni si evolvono. Se negli anni ’90 il primo telefonino un adolescente lo aveva a 18 anni, oggi possiamo dire che molto spesso, i neonati lo trovano già nella culla. Da diverso tempo, le opinioni sull’utilizzo dei telefonini da parte dei bambini, sono discordanti.

Un gruppo di deputati ha presentato una proposta di legge che regola l’utilizzo dei dispositivi elettronici come smartphone e tablet da parte dei minori di 12 anni. Il presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale Giuseppe Di Mauro su Repubblica spiega che “oggi il 90% dei bambini fa un uso esagerato degli smartphone e dei tablet con una tendenza in peggioramento negli ultimi anni”. Questo uso poi potrebbe portare anche degli effetti nocivi per i minori di 12 anni come “i disturbi del sonno e risvegli notturni. Disturbi nutrizionali e disturbi dell’apprensione, della socializzazione, ma anche difficoltà dell’apprendimento, l’alterazione dell’umore, l’aggressività ingiustificata e una maggiore incidenza dello spettro autistico, nei soggetti già predisposti”.

Sulla questione OFF ha fatto un’indagine e la maggior parte delle persone ascoltate è favorevole a una legge che regolamenti l’utilizzo di questi dispositivi. “Il problema – ha spiegato una insegnate – non sono i dispositivi in sé, ma come funzionano. Hanno una velocità di utilizzo che non è la velocità di ragionamento di un bambino di un’età inferiore ai 12 anni. Il grave problema è poi la connessione a internet per la questione social, perché loro associano lo smartphone non al giochino, ma ai social, appunto. Succede, infatti, che ci sono bambini che in seconda elementare hanno già un profilo Instagram e spesso lo usano da soli e non sono consapevoli del pericolo che corrono”.

C’è chi pensa che non sia necessaria una legge, ma uno stretto controllo da parte di un adulto. “E’ il genitore che dovrebbe farlo utilizzare in maniera coscienziosa, dargli un tempo. Lo smartphone non può essere sicuramente un babysitter per il proprio figli”. Per molti l’opinione favorevole a una eventuale proposta di legge in questo senso, è strettamente legata alla pericolosità della rete. Ma il problema è molto più ampio ed è legato allo sviluppo psicomotorio del bambino. Sono, infatti strumenti per adulti e non per bambini che devono ancora sviluppare le proprie competenze cognitive.