di Antonio Di Monaco

Ad oltre un anno dall’inizio della pandemia, non c’è ancora un accordo per il bonus Covid tra la direzione Salute della Regione Molise e le parti sociali che rappresentano la dirigenza medica. L’ultima fumata nera risale allo scorso marzo. I fondi necessari sono stati stanziati in due tranche, l’una con il Decreto Cura Italia del 17 marzo 2020 e l’altra con il Decreto Rilancio del 19 maggio successivo, convertiti in legge rispettivamente il 24 aprile e 17 luglio 2020. Risorse, insomma, destinate a rimpinguare, in via eccezionale, i fondi contrattuali della dirigenza medica e sanitari e del comparto sanità.

Un ritardo grave ed incomprensibile nel dare seguito al riconoscimento economico per l’immane lavoro di tutto il comparto sanitario, quindi medici, infermieri, Oss, tecnici ed altre professioni sanitarie coinvolte, sempre in prima fila e per troppo tempo lasciati completamente soli, svilisce e demotiva gli stessi operatori. Se l’emergenza non ha assunto proporzioni bibliche, lo si deve innanzitutto a medici, infermieri, ausiliari e tutti coloro che, dallo scorso mese di marzo, continuano, tra mille difficoltà, a combattere il virus e prendersi cura delle centinaia di persone che in questi mesi hanno avuto necessità di assistenza medica. Spesso ammalandosi e, qualcuno di loro, anche rimettendoci la vita.

Tutto ciò significa tradire la fiducia di chi svolge un servizio essenziale ed imprescindibile per l’intera collettività mortificando lo zelo e l’abnegazione del loro servizio. Eppure, la premialità economica dovrebbe essere solo il primo passo verso il miglioramento delle condizioni lavorative nel nostro sistema sanitario che, già duramente in difficoltà prima della pandemia, ha saputo reggere al suo impatto solo grazie alle capacità e al sacrificio dei pochi medici, infermieri, Oss e ausiliari in servizio.