di Antonio Di Monaco

L’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine è un diritto, ma il Molise è ancora fermo alla modalità cartacea dei buoni che comporta costi diretti (stampa dei buoni, spedizione, personale) e sono spesso utilizzabili in un unico esercizio o farmacia e in un’unica volta. Oltre al Molise, lo stesso accade in Sicilia, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Veneto che ancora non raggiungono la completa digitalizzazione del buono per l’erogazione della terapia senza glutine, che garantisce risparmi significativi in termini di risorse pubbliche, la semplificazione dell’accesso alla cura dei pazienti. Inoltre, la rendicontazione diventerebbe trasparente e automatica con la spendibilità frazionata che indurrebbe il paziente a ritirare gli alimenti in base al fabbisogno, come accade per le necessità alimentari comuni. Pochi giorni fa, la presidente dell’Associazione Italiana Celiachia Molise, Sara Mucciarone, ha annunciato che il presidente, Giuseppe Di Fabio e il direttore generale dell’Aic (Associazione Italiana Celiachia), Caterina Pilo, hanno portato all’attenzione del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, il tema della digitalizzazione e della circolarità del buono tra le Regioni.

Contestualmente, è stata inoltre presentata l’istanza dell’Aic per uniformare in tutta Italia le modalità di accesso ai celiaci al vaccino anti-Covid. L’obiettivo è garantire ai celiaci il diritto alla stessa assistenza in tutte le regioni e una Pubblica Amministrazione senza più differenze nei tetti di spesa e anche il ministero della Salute si è impegnato in questo senso. Grazie alla trasformazione del buono digitale, infatti, può essere reale la possibilità di accedere alla terapia anche in regioni diverse da quella di residenza. Di contro, la ministra Gelmini si è impegnata a favorire personalmente il dialogo con la Conferenza Stato-Regioni in quanto è necessario arrivare subito al 100% delle regioni con buono digitale e vigilare affinché i sistemi operativi utilizzati consentano la piena circolarità del buono tra le regioni. Senza dimenticare che la digitalizzazione permette un risparmio e una razionalizzazione dell’assistenza ai celiaci, oggi ancora circa 220.000 in Italia.

Per quanto concerne le modalità di accesso alla vaccinazione anti-Covid, i malati di celiachia in Molise non hanno alcuna priorità. Per chi è affetto da questa patologia autoimmune, sarebbe opportuno uniformare le modalità di immunizzazione come avviene in diverse regioni (Lazio, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia) in cui i celiaci, al pari di altre categorie fragili, hanno priorità di vaccinazione, inserendo il codice d’esenzione (059) legato alla propria tessera sanitaria. Le associazioni di volontariato non chiedono la precedenza rispetto alle tante categorie di pazienti estremamente fragili, ma solo di evitare confusione, allarmismo e discriminazioni di trattamento tra pazienti celiaci di regioni diverse.