di Antonio Di Monaco
La sanità animale, dell’allevamento e delle produzioni zootecniche è un settore importante per il territorio, ma lo è al tempo stesso per la sicurezza sanitaria e la salute dei cittadini. La grave paralisi in cui versa la sanità regionale molisana rischia di essere esplosiva per la veterinaria e la zootecnia che, a causa della carenza ormai storica di personale, è impossibilitata ad adempiere ai compiti ad essa assegnata con il rischio, ormai concreto, di perdere le qualifiche sanitarie sia per la regione e che per i singoli allevamenti.
Eppure, negli ultimi anni la sanità animale ha raggiunto traguardi insperati che si inseguivano da decenni, e la stavano portando ad allinearsi epidemiologicamente alle più evolute regioni del nord Italia. Traguardi che avrebbero portato anche ad una riduzione dei controlli negli allevamenti con grande beneficio per le esangui casse della sanità regionale. Ma, dal 31 dicembre 2019, a causa del mancato completamento dei controlli programmati, la Regione Molise ha perso le qualifiche di Ufficialmente Indenne per la Brucellosi ovicaprina, Ufficialmente Indenne per brucellosi bovina in provincia di Campobasso, di regione accreditata per Malattia Vescicolare del suino (in questo caso circa 25 mila suini all’anno non potranno essere destinati più alla produzione del prosciutto di Parma). Di conseguenza, dal 2020 sono raddoppiati i controlli necessari e, di conseguenza, il personale e le spese generali.
Se poi si aggiunge che entro il 2025 andrà in pensione il 40% dei veterinari dirigenti delle Asl con un impatto critico sulla salute animale e umana, ma anche su tutta la filiera agroalimentare, il quadro è completo. Dunque, se la Regione Molise non saprà comprendere quanto sia strategico avere servizi veterinari adeguati alle criticità future, essa potrebbe diventare terreno di patologie animali molto gravi quali l’afta epizootica che se non arrestate al primo focolaio possono costare molto care all’economia con le politiche di prevenzione che pagheranno un pezzo salato così come la salute degli animali e quella dell’uomo e, naturalmente, anche tutta la filiera agroalimentare.