di Antonio Di Monaco

L’Aula del Senato ha approvato il decreto Covid in prima lettura con 144 voti favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni e dovrà passare alla Camera per la conversione in legge entro il 1° giugno prossimo. Il provvedimento aveva ottenuto il via libera dalla commissione Affari costituzionali. Il senatore Lello Ciampolillo del gruppo Misto ha sollevato una questione pregiudiziale che, messa ai voti, è stata respinta. Tra le novità introdotte, il cosiddetto scudo penale a medici e personale sanitario in servizio per l’emergenza Covid. Di conseguenza, i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose compiuti da quelle categorie “sono punibili solo nei casi di colpa grave”.

Grazie allo scudo penale, i vaccinatori – medici e personale sanitario – saranno esonerati dalle responsabilità penali ma anche civili e contabili legati alla campagna nazionale di immunizzazione, eccezion fatta per la colpa grave del medico stesso. La richiesta della categoria era stata determinata dalle morti sospette dopo le inoculazioni dei vaccini Astrazeneca nei mesi scorsi, prima che l’Ema appurasse che non ci fossero correlazioni tra gli eventi di trombosi e la somministrazione del vaccino anglo-svedese. I medici, del resto, non hanno facoltà di scelta sul vaccino da inoculare e quindi non possono rispondere personalmente delle reazioni avverse al vaccino stesso, qualora abbiano effettuato correttamente il loro compito che si “limita” alla somministrazione.

In altre parole, il medico risponderà dei danni derivanti da un sovraddosaggio del siero, della mancata osservazione clinica del paziente dopo l’inoculazione o della scelta di una zona del corpo sbagliata per l’iniezione. Questo è considerabile “colpa grave”. Lo scudo penale dovrebbe quindi coprire tutto il personale coinvolto nella campagna vaccinale: i medici ospedalieri o di base, gli specializzandi, i pensionati che risponderanno all’appello, gli odontoiatri con cui è stato stretto un accordo ad hoc, senza dimenticare i farmacisti che saranno assoldati previo corso di formazione specifico. Per questo ampia soddisfazione è stata espressa da sindacati e associazioni di rappresentanza dei medici. Già prima dell’emergenza Covid-19 si registrava una denuncia al giorno contro medici e professionisti sanitari, anche se in media 8 casi su 10 risolta con un nulla di fatto, ma con un grosso dispendio economico e di energie per le persone coinvolte.