di A.D.M.

Si sposterà in Corte d’Appello del Tribunale a Campobasso il secondo round tra il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro, dopo il ricorso in qualità di primo dei non eletti respinto in primo grado nei confronti del collega di partito, Quintino Pallante, nominato assessore regionale. Lo ha annunciato lo stesso Di Sandro dal suo profilo social ufficiale rimarcando che “il Tribunale di Campobasso ha stabilito che una maggioranza può cambiare la legge elettorale durante la legislatura con effetto immediato, facendo fuori questo o quel consigliere in base a principi diversi da quelli sui quali si sono espressi i cittadini nelle urne. Contro questa decisione ricorreremo in Corte d’Appello, perché è in gioco non solo la mia posizione, ma la garanzia di basilari regole democratiche che prescindono dai colori politici”.

La vicenda normativa è iniziata il 30 aprile 2020 nel corso della discussione sulla legge Finanziaria quando la giunta regionale presentò un emendamento, approvato dalla maggioranza, per eliminare l’incompatibilità tra il ruolo di assessore e quello di consigliere regionale. Per poter approvare la modifica, il presidente della Regione, Donato Toma, azzerò la giunta e i voti degli ex assessori gli consentirono di approvare l’emendamento. Poi, i quattro “surrogati” furono estromessi dal Consiglio anche perché tre di loro, Paola Matteo, Antonio Tedeschi e Massimiliano Scarabeo, avevano chiesto di modificare il bilancio. Una mossa sostenuta anche dal M5S, da sempre a favore dell’abolizione della surroga.

Per blindare ulteriormente il voto sulla legge Finanziaria, Toma nominò assessore unico il suo consulente, Maurizio Tiberio, costato alla collettività la bellezza di oltre 6mila euro per i quindici giorni di mandato e poi designò in giunta gli attuali esponenti tra i quali, appunto, Pallante.