di Antonio Di Monaco

Un ambulatorio di continuità assistenziale (la cosiddetta guardia medica) su quattro in Molise è ospitato in strutture fatiscenti e insicure. Il problema esiste e si trascina da qualche decennio e, l’ultima ispezione a tappeto dei Nas nelle province di Campobasso e Isernia, lo ha confermato ulteriormente. In particolare, sono state evidenziate con carenze igienico sanitarie, tecnologiche, organizzative e strutturali, dovute ad ambienti interessati da muffe ed umidità, mancanza di vie di fuga, locali privi di accesso per persone disabili e servizi igienici non funzionanti o non distinti per operatori e utenti. In altri casi sono emerse criticità direttamente correlabili a garantire la sicurezza degli operatori sanitari da potenziali episodi di aggressione da parte di utenti in stato di agitazione o malintenzionati, come l’assenza di sistemi di allarme, di videosorveglianza o del servizio di vigilanza, il collegamento alla centrale delle forze di polizia e di idonee di misure passive (porte blindate, inferriate alle finestre).

Nonostante le ripetute denunce da parte dei medici della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti (Fismu), la politica regionale non si è mai mossa per porre rimedio a tutto questo che rappresenta solo la punta dell’iceberg di una storica cattiva gestione di un settore fondamentale per la tutela della salute “h24”. Quella che una volta si chiamava la guardia medica, strutture e medici, sono stati considerati come un servizio di serie B. E non è un caso che i professionisti della continuità assistenziale siano stati spesso oggetto anche di numerose aggressioni, alcune con esito tragico. A questo punto, non può essere più rinviabile un intervento da parte della Regione convocando i sindacati e avviando la modernizzazione e il potenziamento delle strutture e dei servizi. Il Molise, oggi più che mai, in piena emergenza Covid19, ha bisogno di una assistenza ai cittadini “h24” che metta in rete ambulatori moderni e personale valorizzato.