La circolare ribadisce comunque che il test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo rimane il gold standard internazionale in termini di sensibilità e specificità per la diagnosi di Covid-19: “La metodica di real-time RT-PCR (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction), che è quella più diffusa fra i test molecolari, permette, attraverso l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi, di rilevare la presenza del genoma virale oltre che in soggetti sintomatici, anche in presenza di bassa carica virale, spesso pre-sintomatici o asintomatici”. 

Tuttavia, spiega la circolare, “la presenza di SARS-CoV-2 è stata dimostrata anche nei campioni salivari in individui asintomatici o pre-sintomatici. La saliva conterrebbe una carica virale significativamente più elevata in pazienti con fattori di rischio per Covid-19 di grave entità (fra cui sesso maschile, età avanzata, specifiche condizioni patologiche respiratorie, cardiovascolari, oncologiche sottostanti e altre condizioni patologiche) e sembrerebbe correlata ai sintomi di Covid-19, in particolare ad ageusia /disgeusia”.