di Antonio Di Monaco

Riconoscere la propria ambizione e insieme legittimare quella delle altre donne, come condizione irrinunciabile per approdare alla leadership. In Molise, invece, le lancette si sono fermate all’ultima polemica tra Maria Grazia La Selva, nella sua qualità di fondatrice dell’associazione Liberaluna Onlus che gestisce il centro antiviolenza Liberaluna, da una parte, e Oria Gargano presidente della cooperativa BeFree e Antonella Veltri, presidente di D.i.Re-Donne in Rete contro la Violenza, dall’altra. Le dichiarazioni che hanno accesso la miccia sono state riprese durante una trasmissione in onda su un’emittente locale cui ha partecipato La Selva, la quale ha affermato di essere “un po’ contro le case-rifugio perché io, personalmente, se fossi oggetto di violenza da parte di un compagno o di un fidanzato, non vorrei mai uscire da casa mia. Spesso le donne le accogliamo in alloggi protetti e poi rientrano a casa loro una volta allontanato il maltrattante. Ma nelle case rifugio ricevono meno degli stranieri per fare spesa, ovvero meno di tre euro al giorno”.

Poi, la replica piccata delle rappresentanti di D.i.Re e BeFree, che valutano le affermazioni di La Selva come “un giudizio superficiale e grossolano che offende tutte coloro che scappano dalla violenza e chiedono di essere accolte nei luoghi dove la violenza viene svelata ed elaborata: a quale ‘mancanza di dignità’ si riferisce La Selva? Lei giudica negativamente l’incontro tra diverse culture che sono, al contrario, una grande opportunità per le donne che sentono di non essere sole, fanno esperienza diretta della cultura del femminicidio che non conosce confini, e instaurano legami profondi che spesso rimangono anche dopo che hanno lasciato la casa”. A questo, si aggiunge la precisazione della Veltri, presidente di D.i.Re, sui centri antiviolenza che “non sono servizi, non sono luoghi neutri, ma spazi che riconoscono l’universalità delle violenze, che non discriminano in base al colore della pelle o alla nazionalità nel rispetto della Costituzione, che accolgono e accompagnano tutte le donne in un percorso di uscita dalla violenza”. Invece, “le case rifugio sono espressamente previste dalla Convenzione di Istanbul che stabilisce anche requisiti minimi per i centri antiviolenza. Da tempo attendiamo la revisione dell’intesa Stato-Regioni del 2014, dove questi criteri non sono rispettati”, ha concluso la Veltri.

Infine, la contro-replica di La Selva che ha sottolineato come “le donne che mi hanno aggredita hanno utilizzando un ruolo istituzionale che ricopro. Ho ricevuto consensi, soprattutto da donne straniere e specificarlo mi crea imbarazzo, tanto da portare la signora Oria Gargano ad eliminare o limitare le sue affermazioni ad un gruppo social ristretto, gesto alquanto ambiguo e poco corretto. Si è alzato un polverone solo perché pretendo di dare alle donne vittime di violenza lo stesso agio che ognuno di noi al diritto di avere? O perché ho detto che queste donne prendono meno degli stranieri e pertanto parliamo tanto di accoglienza ma in entrambi i casi vogliamo far vivere queste persone con 2/3 euro al giorno?”. A proposito di fondi, giova ricordare che, con la delibera di giunta regionale numero 182 del 2020, si dispone di programmare l’impiego delle risorse disponibili dal “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l’anno 2019”, che assegna alla Regione Molise 197.316,73 euro, di cui 160mila quale contributo annuale per il 2020 all’Ambito Territoriale Sociale di Campobasso – Comune Capofila Campobasso – finalizzato alla gestione della Casa Rifugio (Campobasso), dei Centri Antiviolenza (Campobasso, Isernia e Termoli) e degli sportelli di ascolto (Agnone, Venafro, Larino, Riccia/Bojano). “In qualità di presidente della commissione per la Parità e le Pari Opportunità della Regione Molise – ha annunciato La Selva – lavorerò affinché i Centri Antiviolenza e le Case rifugio rispettino realmente nei fatti le prescrizioni della Conferenza Stato-Regioni del 2014 e della Convenzione di Istanbul”. Dunque, bando alle politiche e testa bassa e pedalare.