La storia di Saman Abbas è una vicenda che inizia con un “c’era una volta una famiglia che arrivava da lontano con i sogni proiettati nel futuro”, ma che si conclude in tragedia con una morte pianificata da tutti i membri della famiglia. La sua colpa? Quella di aver rifiutato un matrimonio combinato in Pakistan e di essersi innamorata di un suo connazionale conosciuto attraverso i social.

“La tragedia di Saman Abbas richiama in maniera drammatica al rispetto di un principio: non può trovare spazio nella nostra società un’idea di integrazione che legittimi in alcun modo la cultura di sopraffazione ai danni della donna, privandola della libertà di scegliere il proprio compagno di vita, di poter andare a scuola o vestirsi come meglio crede”. Lo dichiara la vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera Annaelsa Tartaglione.

“È purtroppo sempre più ricca – prosegue – la casistica di ragazze, in alcuni casi giovanissime, immigrate di seconda generazione, cui viene imposto con la costrizione e la violenza un percorso di vita spesso basato su precetti fondamentalisti. Questo è un tema da affrontare con una sinergia istituzionale più forte, che coinvolga gli enti locali, per un monitoraggio capillare delle comunità più a rischio. Occorre moltiplicare gli strumenti di segnalazione di situazioni critiche o richiesta d’aiuto, utilizzando anche i supporti digitali. La nostra società deve essere in grado di tutelare la libertà di chi non può difendersi”, conclude.