Era lo scorso 7 maggio quando è stata inviata una lettera aperta al ministro della Salute Roberto Speranza e chiesto un’audizione al generale Figliuolo e al Comitato tecnico scientifico affinché le “donne in gravidanza vengano considerate categoria fragile e quindi ammesse alla somministrazione del vaccino anti Covid”. Sulla questione sono tornate a lanciare un appello al governo, le Società di Ginecologia e Ostetricia (Sigo-Aogoi-Agui-Agite) che interpretano e condividono il disagio attuale delle donne e portano all’attenzione il momento di grandissima confusione e di scarsissima informazione che le donne vivono per tutto quello che riguarda l’evento riproduttivo e la vaccinazione anti Covid.

Dallo scoppio della pandemia i ginecologi italiani si sono mossi per fare alle donne informazioni e rassicurazioni. Con successivi comunicati, hanno infatti ribadito che la gravidanza non è una controindicazione alla vaccinazione, il desiderio riproduttivo o la ricerca della gravidanza non sono una controindicazione alla vaccinazione, l’allattamento non è una controindicazione alla vaccinazione, la contraccezione ormonale non è una controindicazione alla vaccinazione, non esistono indagini preliminari o terapie da praticare prima della vaccinazione in nessuna di queste situazioni, le donne gravide dovrebbero essere invitate a vaccinarsi con maggiore premura rispetto alle donne non gravide della stessa età, perché la gravidanza è una condizione di fragilità.

“Nonostante le nostre posizioni – dichiara il Prof. Antonio Chiàntera, Presidente Sigo – riceviamo quotidianamente sollecitazioni di donne confuse, che hanno avuto le informazioni più disparate, spesso non corrispondenti assolutamente al vero”. Il Prof. Nicola Colacurci, Presidente Agui, si appella quindi al Ministro della Salute Roberto Speranza affiché recepisca le richieste e si faccia parte attiva, con il Ministero della Salute, di una campagna di corretta informazione che rassicuri le donne in età riproduttiva verso la vaccinazione anti-Covid.