Come un terremoto: il Covid-19 ha bruciato la speranza di vita conquistata dagli italiani negli ultimi 10 anni. È questa la fotografia emersa nel nuovo rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha valutato indicatori di performance dei servizi sanitari regionali. Riduzione dell’aspettativa di vita, aumentata mortalità per demenze e diabete, crollo del Pil del Paese di almeno 5 punti percentuali in un anno: questo, in estrema sintesi, il prezzo che sta pagando l’Italia alla pandemia di Covid che però adesso, grazie all’aumento della temperatura e alla campagna vaccinale, sta allentando la presa, come testimoniato dalla sensibile riduzione del numero di nuovi contagi giornalieri, dei decessi e dei ricoveri nelle terapie intensive. Il Covid-19 ha bruciato 10 anni di guadagni in aspettativa di vita: si osserva, infatti, una riduzione consistente della speranza di vita alla nascita tanto da annullare i guadagni ottenuti nel decennio precedente. A livello nazionale la variazione tra il 2019-2020 di questo indicatore è pari a -1,4 anni per gli uomini e -1,0 anni per le donne. Ma il conto da pagare (e pagato, ndr) non è stato lo stesso in tutta la Penisola.

“Nel nostro Paese, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ha mostrato i suoi limiti, vittima della violenza della pandemia, ma anche delle scelte del passato che hanno sacrificato la sanità in nome dei risparmi di spesa”, afferma il professor Walter Ricciardi. “Ci vogliono più risorse e innovazione, perché la fragilità del Sistema è apparsa in tutta la sua drammaticità durante questa pandemia. Si deve tornare a investire nella ricerca, perché l’innovazione tecnologica porta esternalità positive in tutti i settori dell’economia”.

La performance delle regioni nella gestione della pandemia è stata molto disomogenea, lo testimonia la variabilità del numero dei contagi, del numero dei decessi e delle persone che hanno dovuto far ricorso alle terapie intensive. “Un altro monito per il futuro” – dichiara Solipaca – “è che l’emergenza sanitaria ha messo in contrapposizione gli scienziati con i politici, questo ha limitato l’efficacia delle azioni di contrasto alla pandemia influendo sui comportamenti dei cittadini che molto spesso non si sono mostrati collaborativi con le misure suggerite dagli esperti, contribuendo a una maggiore diffusione del virus”. Un primo insegnamento sembra essere stato recepito, come dimostra il fatto che la politica si è convinta ad aumentare le risorse economiche a disposizione del SSN. Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard per il 2021 cui concorre lo Stato è stato portato a 121 miliardi di €, la legge di bilancio 2021 ha stabilito che tale finanziamento sarà incrementato di 823 milioni di € per l’anno 2022, di 527 milioni di € per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 e di 418 milioni di € annui a decorrere dall’anno 2026.