di Miriam Iacovantuono

Nel micro cosmo di Molichrom, il Festival di fotografia nomade con cui si vogliono raccontare luoghi, tradizioni e saperi, si inserisce anche il fotografo molisano Giuseppe Nucci.

Il Festival, in programma dal 24 al 27 giugno 2021, attraverso la fotografia, mette in contatto micro-cosmi con il Molise attraverso il tema del nomadismo e coinvolge il territorio molisano con diversi eventi tra cui Along the sheperds’ highways e DEntroTerra le due mostre di Giuseppe Nucci che saranno esposte nel suo paese d’origine Pietrabbondante, nel cuore delle aree interne del Molise.

Un anno fa sulle pagine del National Geographic Magazine veniva pubblicato il progetto Along the shepherds’ highways che nasce dal desiderio di voler rappresentare una pratica antica come quella della transumanza che da generazioni, ancora oggi, viene portata avanti dalla famiglia Colantuono di Frosolone, in provincia di Isernia.

“Quando ho letto della candidatura della transumanza a patrimonio immateriale dell’umanità nel 2018, ho deciso di partecipare alla transumanza dei Colantuono e sono stato quattro giorni con loro e le mandrie per raccontare questa pratica. Da lì invece ho capito che avrei potuto fare un lavoro che potesse potenziare la transumanza con l’obiettivo di valorizzare le terre del Molise, della Puglia, dell’Abruzzo. Sono partito lungo i tratturi alla scoperta delle tradizioni e di tutto ciò che ha viaggiato lungo queste autostrade dei pastori”.

Una mostra che si basa su un lavoro antropologico.

“La transumanza, l’antica pratica di spostamento del bestiame dai pascoli estivi a quelli invernali, nel centro Italia è strettamente connessa alla rete dei “tratturi”, ovvero le vecchie strade solcate dal passaggio millenario delle greggi e che per molti secoli hanno rappresentato le arterie principali per i commerci. Come rughe su un viso questi sentieri erbosi hanno delineato i tratti somatici della civiltà rurale, un volto segnato dal tempo il cui fascino è espresso dall’eternità di antiche pratiche che appartengo alla storia dell’umanità”.

Le fotografie che fanno parte di questo lavoro sono legate da un filo conduttore che corre lungo i tratturi e che si snoda intorno alla pratica della transumanza e che abbraccia la tradizione, i luoghi simbolici e le date come possono essere quella del 17 gennaio che è il giorno in cui ricorre la festività di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali o le due date legate a San Michele Arcangelo, l’8 maggio e il 29 settembre. L’8 maggio, infatti i pascoli potevano rientrare dalla Puglia verso la montagna e il 29 settembre ripartivano.

E se il cuore del lavoro è la famiglia Colantuono, a fare da cornice ci sono le immagini che raccontano questa pratica, dal costume tradizionale di Scanno interamente realizzato in lana fino alla foto del santuario di Monte Sant’Angelo che è stata scattata il 29 settembre, il giorno di San Michele.

“Con questa mostra sono tornato a casa grazie al direttore artistico di Molichrom che ha trovato questo lavoro pubblicato sul National Geographic fatto in parte in Molise e da un molisano. Per me è un ritorno a casa, a Pietrabbondante e vedere esposte le mie foto nel luogo dove sono nato è una sorta di cerchio che si chiude. Dei miei quattro lavori due sono stati fatti in Molise. Ho sempre guardato alle mie origini e tornare a esporre lì è motivo di grande orgoglio”.

L’altro lavoro di Giuseppe Nucci, che rientra nel Festival Molichrom è DEntroTerra, realizzato nel corso di due anni e che sarà esposto lungo le vie di Pietrabbondante.

“Un lavoro fatto in alto Molise in uno dei paesi simbolo di questa zona. Alla base ci sono tre parole Dentro, perché questi sono i luoghi da dove provengo. Terra, in quanto tutta questa civiltà, queste usanze e queste tradizioni hanno a che fare con il mondo contadino.

Entroterra, perché nel piccolo questo è uno spaccato significativo di quell’Italia interna troppo spesso bistrattata”.

Un lavoro che Giuseppe Nucci ha portato avanti nutrendosi di letteratura moderna, dalle poesie di Franco Arminio ai versi di Vinicio Capossela. La riscoperta, il ritorno al paese, alle origini con la voglia di valorizzare ciò che è stato lasciato intatto dalla mancanza di progresso.

“Sono andato a fotografare ciò che era legato alla mia infanzia e alla generazione dei miei nonni, prima che tutto scomparisse. Sono andato via a 14 anni e poi sono tornato con una macchina fotografica in mano per recuperare le mie origini”.

La genesi di Giuseppe Nucci come fotografo avviene in India dove a un certo punto si è chiesto perché si trovasse a 6mila km da casa a fotografare le origini e persone che vivevano con la terra e con gli animali quando le aveva nella sua terra di origine. Da qui il ritorno a casa e l’inizio di DEntroTerra. Il cuore di questo lavoro è proprio tutto ciò che ruota intorno al paese.

“L’Italia ha dimenticato di essere una nazione di paesi e una parte della propria anima è stata destinata all’oblio con tutto il suo carico di tradizioni, superstizioni e credenze. Il progressivo abbandono dei paesi dal dopoguerra a oggi è diventato sempre più drammatico. Poche sono quelle zone d’Italia che appaiono come riserve del patrimonio storico minore e molte di loro sono situate lungo la catena appenninica. Le montagne con i loro inverni lunghi e rigidi e la mancanza di infrastrutture moderne che portino progresso e benessere, hanno contribuito a preservare le radici di tutti coloro che dal dopoguerra a oggi sono partiti in cerca di lavoro e fortuna altrove”.

E la fotografia di Giuseppe Nucci vuole raccontare un Molise autentico.

“Un Molise che andrebbe valorizzato senza essere svenduto e i tratturi potrebbero rappresentare un grande volano per l’economia locale perché la storia della transumanza è qualcosa che si lega ai culti, alle tradizioni, al ritorno a un allevamento sostenibile”.

E potrebbe ridare valore anche a un territorio che per troppo tempo è stato dimenticato.