di Miriam Iacovantuono

Un calcio a un pallone, una chiacchierata sotto le stelle, una strimpellata alla chitarra e un coro di voci che intonano le canzoni dell’estate e così riavvolgendo il nastro dei ricordi tornano alla mente quelle che erano le estati delle periferie o dei piccoli borghi dove bastava poco per divertirsi. Dove il luogo della socialità e della movida poteva essere un campetto di calcio, un muretto o un vicolo di un paese o un quartiere che l’estate tornava a pulsare e a riempirsi di risate, di urla gioiose di bambini. Oggi tutto sembra sfumare e quelle sere d’estate si sono trasformate, in molti casi, in una corsa al locale più in voga del momento e quelle periferie e quei vicoli dei borghi rimangono vuoti e a regnare resta un silenzio che crea malinconia.

Ma una soluzione alla movida potrebbe essere quella che è stata lanciata con un ordine del giorno dal gruppo del Partito Democratico e Sinistra per Campobasso in Consiglio comunale di Palazzo San Giorgio.

Giose Trivisonno, primo firmatario e capogruppo del PD, utilizzando l’acronimo R.A.P. suggerisce un ritorno alla periferia con iniziative culturali, concerti, incontri anche nei luoghi più marginali del capoluogo.

“L’idea nasce in seguito a un approfondimento fatto in tante città italiane dove, come dice Renzo Piano, si sta riscoprendo la periferia come un luogo dove non si può solo dormire. Non può essere solo un quartiere dormitorio e siccome i centri stanno diventando sempre più centri direzionali e la periferia, secondo una nuova scuola architettonica e urbanistica che fa capo a Renzo Piano e non solo, può tornare a essere viva. Partendo da questa idea e legandola al fatto che c’è un accentramento di attività culturali e anche commerciali nel centro abbiamo pensato di proporre qualcosa che possa invertire un po’ la rotta”.

Un acronico R.A.P. che può fare riferimento anche a un genere musicale che riporta a quei fermenti culturali che ci sono tra i giovani e da lì l’organizzazione di concerti, attività culturali che possono interessare anche una fascia più ampia di popolazione che potrebbe (ri)portare alla socialità e al confronto tra generazioni diverse.

“Un’idea proposta con un ordine del giorno che però la maggioranza ha bocciato perché ritiene che tali attività già si stiano organizzando in periferia e perché l’idea non si lega con la questione della movida. Ma riteniamo che organizzare sempre più attività in periferia potrebbe essere l’occasione giusta anche per trainare un po’ di persone dal centro alla periferia stessa”.

E di esempi concreti di ciò che si potrebbe fare per riportare delle persone dal centro alle zone più marginali ce ne sono diversi. Un esempio tra tutti è la rassegna teatrale che solitamente nel mese di luglio si svolge nel parco del quartiere San Giovanni, ma a questo se ne potrebbero aggiungere altri come per esempio una serie di concerti nel parco della musica di Vazzieri, ma anche tornei sportivi e diverse attività culturali che potrebbero coinvolgere le periferie della città. E farle anche dialogare tra loro, per esempio con “i giochi senza quartiere” sulla scia di Giochi senza frontiere.

“La periferia non è solo un luogo fisico, ma esiste anche il centro della programmazione che molto spesso non viene coinvolto e su questo Campobasso non è una città per giovani. Le iniziative sono poche e si dovrebbe fare di più soprattutto perchè la nostra popolazione universitaria è drammaticamente scesa e questo ha un effetto un po’ su tutto e anche sulla gestione urbanistica, ci sono meno studenti e meno fermento e programmazione culturale e per questo ha senso Rap – ritorno alla periferia – ma anche ritorno ai giovani, a una fascia di popolazione che sembra un po’ dimenticata. Noi come amministratori di maggioranza nella scorsa legislatura abbiamo tentato di invertire la tendenza, queste cose, però non si fanno dall’oggi al domani, hanno bisogno di un tempo”.

Il coinvolgimento di chi ogni giorno vive i pro e i contro di una determinata zona dovrebbe tornare al centro della scena, diventando fondamentale e importante per incentivare anche altre persone a tornare a vivere in periferia, così come nei piccoli centri.

Un esempio è il lavoro collettivo, ma anche la voglia di riscatto che c’è stato dietro all’opera d’arte che è sorta in uno dei quartieri periferici di Campobasso, in via Martiri molisani della Resistenza, realizzata dall’artista molisana Claudia Romagnoli, in arte Croma in occasione del 25 aprile.

“È stato un modo anche per rimettere al centro dell’attenzione un quartiere come Montegrappa in cui punto molto, perché mentre altri quartieri hanno una struttura sociale differente come Vazzieri dove il parco della musica andrebbe sfruttato, su Montegrappa c’è anche una aggravante sociale”.

La proposta del Consigliere comunale Trivisonno è proprio quella di stimolare e incoraggiare anche i comitati di quartiere che ci sono o che potrebbero formarsi nel tempo e che potrebbero essere anche promotori di iniziative.

“Sulla nostra proposta, in Consiglio comunale, il dibattito è stato sterile ed è stata bocciata con la promessa che si faranno tante attività. Noi saremo vigili e spero che utilizzino questo acronimo che ritengo simpatico. Come Consiglieri abbiamo dato un consiglio, c’è un po’ di delusione ma l’invito al Sindaco e alla Giunta è quello di provare a sintonizzarsi con il Consiglio comunale e non solo con la maggioranza che è un po’ silente, ma anche con un’opposizione che di proposte ne fa”.

Al di là del dibattito politico quello che è altrettanto importante è riuscire a mettere al centro dell’attenzione le diverse zone marginali e in questo caso della città di Campobasso, affinché si possa creare un lungo filo che unisca il centro alle periferie che allo stesso tempo possano dialogare tra loro. Un filo che cucia intorno a queste zone quella socialità, quel dialogo e quel coinvolgimento di cui c’è bisogno per non escludere nessuno.