In Molise, c’è un borgo piccolo e affascinante: è Castelpetroso, poco più di mille abitanti sulla cima d’un colle, tra le valli di Bojano e Carpinone. Si compone di cinque piccole frazioni: Indiprete (la più grande, e con tutti i servizi essenziali), Guasto, Pastena, Casale e Camere. Il centro del borgo è un piccolo cuore d’origine medievale in cui solamente una decina di persone vivono. Fu intorno all’anno Mille che qui, in un sito ricco di pietre, fu costruito un castello: al suo interno vissero Carlo I d’Angiò, Giovanni D’Angelo, Carlo II d’Angiò, Andrea d’Isernia, fino alla famiglia De Rossi.

Oggi, però, il vero simbolo di Castelpetroso è il suo santuario, la Basilica Minore dell’Addolorata. La sua storia comincia il 22 marzo 1888, quando per la prima volta la Vergine apparve a due contadine del luogo mentre cercavano una pecorella smarrita: una delle due donne vide comparire la Maria Addolorata, semi inginocchiata e col Figlio morto ai piedi, sguardo verso l’alto e braccia aperte in atto di offerta. Il 26 settembre dello stesso anno, l’allora vescovo di Bojano si recò sul luogo dell’apparizione ed ebbe la grazia di vedere  la Madonna Addolorata. Così, iniziò la costruzione di quella basilica che solamente nel 1975 sarà consacrata.

Oggi, la Basilica Minore dell’Addolorata è meta di pellegrinaggio e secondo le persone del loco, il modo migliore per giungere al Santuario è percorrere il Sentiero Tobia, che unisce al tema religioso il tema naturalistico. Inaugurato nel 2011, il sentiero vede susseguirsi undici pannelli di legno che descrivono ciascuno una tappa del cammino di Tobia.