Il reddito di libertà, annunciato nel piano Colao come misura per contrastare la violenza sulle donne, ha preso il via in pochissime Regioni. La prima è stata la Sardegna. E pure, durante il lockdown – secondo quanto riportato dall’Istat – sono state 5.031 le telefonate al Numero Anti Violenza e Stalking 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono state circa 2.013 (+59%). A gravare sulla già allarmante situazione sociale covid, anche la perdita del lavoro che ha colpito donne e giovani in modo più duro. Il quadro non è mai semplice, ma il sistema welfare conferma anche per il 2021 il reddito di libertà.

Nel caso di una donna sola il sussidio è stabilito in 780 euro; nel caso di donna sola con figli minori il sussidio viene determinato dall’applicazione della formula ISTAT di calcolo della soglia di povertà assoluta considerando il luogo di residenza o di domicilio della donna. Inoltre, il sussidio è aumentato di 100 euro qualora la donna abbia disabilità o abbia figli con disabilità, e di 200 euro qualora la donna sia persona con disabilità e abbia figli con disabilità. La grande speranza sarebbe continuare a sensibilizzare e rafforzare ulteriormente gli enti regionali, ma anche le scuole e i centri di rifugio con l’obiettivo sempre più diffuso di fare rete. In questo modo sarà sempre più urgente operare attraverso sistemi e sinergie in grado di supportare e sostenere sempre di più la donna vittima di violenza.

La IV Commissione permanente in Regione Molise, presieduta dal suo Presidente Gianluca Cefaratti, torna oggi a riunirsi per proseguire l’esame della proposta di legge regionale n. 146, di iniziativa del Consigliere G. Cefaratti, concernente: “Istituzione del Reddito di libertà per le donne vittime di violenza”. Continua così l’approfondimento della pdl.