Andrea Greco ha ripercorso, oggi in aula, tutte le tappe che hanno portato alla nascita della Gemelli Molise S.p.a. e lo ha fatto con dovizia di particolari utili a comprendere quanto la vendita della struttura organizzativa (no immobiliare, ndr) sia un interesse di ordine pubblico da non lasciare in mano al primo acquirente privato. 

“La ex Cattolica opera in regime di convenzione, cioè eroga servizi che rimangono a carico delle casse pubbliche a seguito di un contratto datato 2017 a valere sul 2016 (fino al 2018). Il contratto prevede una serie di adempimenti e anche per la Gemelli Molise si registra un dato da non sottovalutare: la struttura per sopravvivere nel piccolo Molise, nel tempo, ha beneficiato di anticipi di cassa relativamente alle prestazioni emesse da pazienti di altre regioni”, sottolinea nell’intervento Andrea Greco.

Per servizi sanitari, infatti, localmente intesi significa che all’interno di un macro sistema nazionale i vari sistemi locali e regionali, insieme al legislatore, devono garantire l’assistenza sanitaria e il rispetto dei Lea in primis ai cittadini che abitano nella regione di appartenenza e in questo caso il Molise.

“Chi invoca il principio della libertà di cura non sa che questo incontra un limite invalicabile relativo alla sostenibilità finanziaria del sistema sanitario quindi se pur consapevoli di una mobilità fisiologica, non bisogna sforarla altrimenti diventa un danno e non un vantaggio secondo quanto detto anche dalla Corte costituzionale del 2010. La mobilità è un danno e crea uno svuotamento di cassa e disalinneamento dei conti. Sono quasi 14 milioni di euro che vengono presi dalle casse pubbliche a favore della Gemelli Molise per i cittadini extra regione”.

Non solo, per Andrea Greco, il dato su cui porre l’attenzione è il contratto stipulato e all’art 5 punto 4 del contratto si legge che le parti si obbligano a cooperare in buona fede ai fini del miglior esito delle prestazioni comunicandosi reciprocamente e anticipatamente e tempestivamente ogni evento di natura soggettiva e oggettiva che possa ritardare o ostacolare le prestazione del contratto stesso”. 

E proprio su questo aspetto che si gioca la partita che vede la Regione Molise non una player qualunque ma il big player nei confronti di un erogatore costruito, avviato e che vive di contributi pubblici*.

*i dettagli nell’edizione di OFF Molise di domani e in edicola digitale su https://officinadeigiornalisti.com/edicola