di Lucrezia Cicchese

“Forse è stata colpa mia”, dice a un certo punto Michele Iorio quando l’intervista arriva al tasto più dolente, e cioè a quella grande distanza tra come Iorio dice di essere e come lo vedono gli altri. Già, perché di errori se ne commettono, ma c’è un abisso tra l’immagine riflessa allo specchio e quel gigantesco percepito di una parte dell’opinione pubblica molisana che in mille momenti del suo percorso politico l’ha messo su un banco degli imputati. Le ultime, arrivano a riguardare persino i collaboratori più stretti. Scompare anche il forse della prima frase, quando l’intervista è finita. “Non mi sono mai preoccupato troppo della mia popolarità e in questo ho sbagliato. L’aver lasciato che venisse veicolata un’immagine sbagliata. Non ho mai curato i social”.

A proposito di social, ha letto il post di Andrea Greco in cui scrive che “pargoli anziani e vecchi politici cercano di dimenarsi, di farci apparire come e peggio degli altri, inondandoci di fango. Scrivono su pseudo giornali (che con il giornalismo non hanno nulla a che vedere) magari finanziati da aziende di ex consiglieri che oggi possono solo guardare da fuori il Consiglio regionale, grazie ad un’azione proprio del MoVimento per mandare a casa persone mai elette dai cittadini […]” in merito all’ultimo Consiglio regionale e la questioni del Gemelli Spa?

“Non entro nel merito della risposta e nella dietrologia delle affermazioni di nessuno, io sto ai fatti. E questi dicono che la regione è rimasta completamente fuori da una decisione che sicuramente appartiene alla Cattolica, ma il mio rammarico è che il Presidente ha affermato di non saperne nulla. Chi conosce la storia del Molise e della Cattolica – quando si è insediata e del lavoro fatto, ndr  – conosce bene i sacrifici: da chi mi ha preceduto in passato, dai parlamentari molisani e in particolare l’onorevole D’Aimmo che all’epoca era sottosegretario al bilancio quando è stato definito il finanziamento di 70 miliardi dal fondo Cipe e riuscì ad avere quello che è considerato un centro di eccellenza in Molise e non in altre regioni che pure la chiedevano (la Cattolica, ndr). Quindi il risultato di quel finanziamento che Greco e Toma hanno dichiarato in aula quasi come fosse stato uno scandalo è stato a mio avviso un regalo al Molise. Con quei soldi si è potuto avere una cardiochirurgia e oncologia che in molti, per anni, ci hanno invidiato”. 

Tante le famiglie molisane che erano costrette ai viaggi della speranza. 

“Esatto e raccontarle sotto forma di vicenda squallida e, direi, dispendiosa per lo Stato mi sembra che non abbiano capito nulla della storia di questa regione e anche del significato che oggi (ancora per me) ha la Cattolica che va difesa nella sua funzione originaria. Ascoltare un Presidente di Regione che, scaduto il termine di una gara, afferma di non saperne nulla fa pensare a due cose: o non dice la verità o non abbiamo un presidente. Non stiamo parlando di un ambulatorio qualunque. Come è possibile che il presidente non lo sappia? E non aggiungo altro altrimenti c’è il rischio di essere querelati dalla Giunta regionale”.

A proposito di querele, cosa dice della delibera contro la sua più stretta collaboratrice?

Un cittadino è stato denunciato dall’ente Regione a spese del pubblico per avere offeso, si dice, la Giunta regionale. Ora si capiscono due cose: è una enormità che ci sia un atteggiamento del genere. Si possono fare le querele se ci si sente offesi, ma lo si fa a livello personale. Si deve essere pari all’interlocutore. Comodo usare i soldi della Regione per fare una querela. Poi se questo cittadino è la collaboratrice primaria di una persona che ha preso chiaramente le distanze dal governo la cosa assume anche un altro rilievo. Possiamo chiedere perché rispetto a varie offese proprio lei sia stata punita? Significa che si utilizza, lo ribadisco, a scopo personale l’ente pubblico e poi implicitamente si avverte: “guai a chi parla”. Tutti sanno che ricevere una querela significa affrontare delle spese e se queste arrivano da un nulla di fatto se ci dovesse essere querela (al momento c’è solo una delibera) chi le pagherà? Se dovesse soccombere la Regione, chi paga? Mi sembra una pagina buia. Ma è mai possibile che la classe politica rispetto a questi atteggiamenti non abbia nulla da dire? Non per il fatto in sé ma per il modello che si vuole instaurare?”.

La politica vive un momento di incertezza. Cosa manca rispetto al passato in Molise?

Questa regione ha perso l’attenzione al futuro. C’è uno stato d’animo di rassegnazione offerto da una politica carente soprattutto nei confronti dei giovani. Oggi, perché un giovane dovrebbe sperare di rimanere in Molise? Ha veramente poche chances. La massa è orientata ad andare fuori. Me ne sono accorto anche come politico vecchia maniera che ascoltano le persone: oggi il giovane molisano non cerca nemmeno più il posto nella sua terra. Questo è un campanello d’allarme perché questa politica negli ultimi dieci anni non ha aiutato il Molise”.

E a tutti quelli che la accusano, come risponde? Quali sono gli errori che si rimprovera?

“Ho sbagliato a immaginare che la Regione avesse bisogno di una autostrada. E sono riuscito, con vari governi, a ottenere dei finanziamenti. Bisognava solo procedere con gli appalti, ma è stato deciso di optare per la metropolitana leggera. In sintesi sono stati rispediti indietro 200 milioni per l’autostrada tanto che, nel Molise, questa parola (autostrada, ndr) è diventata una parola vietata. Sono stato criticato per la sanità, ma non ho chiuso nulla. Forse ho sbagliato. Il debito si è accumulato perché esiste uno scostamento tra il bisogno di una sanità per i cittadini e una regione che non ha i parametri di abitanti necessari per renderlo economico. E allora accumuli debito perché hai dato salute, sicuramente non perché hai tuo figlio che fa il chirurgo vascolare. Ora il problema è che mentre si procedeva a fare un ripiano dei debiti, all’inizio del piano di rientro avevo uno scostamento di 100 milioni di euro l’anno e l’ho lasciato a 30 milioni. Oggi siamo alla stessa cifra con la conseguenza che abbiamo chiuso gli ospedali, ridotto all’osso la sanità pubblica e tutto quello che non si doveva fare è stato fatto e abbiamo lo stesso scostamento. Ho sbagliato con la facoltà di medicina. Ho avuto l’ok, ai tempi, da Letizia Moratti e Silvio Berlusconi. Dare la dignità a una Università (quella del Molise, ndr) anche di una facoltà di medicina è stato sicuramente uno sbaglio. Ho sbagliato perché ho fatto e non mi rimprovero nulla. Non cerco scuse sugli errori fatti”.

Oggi si cerca di nascondere la verità?

“Assistiamo a tante dichiarazioni, oggi. Gli ultimi tempo, poi, sono costellate di parole come ‘debiti e bilanci’ ma nella politica questo deve occupare una piccola percentuale del proprio tempo. E invece è diventata l’attività principale della Giunta con conseguenze micidiali. E al giovane Greco – ritornando al post, ndr – bisogna dire di essere più cauto e attento quando lancia accuse e si parla di verità”.

A proposito di verità, lei ha sempre espresso una idea chiara della gestione covid.

“Sono convinto che la Regione Molise abbia sbagliato tutto della gestione della pandemia. Non sono soddisfatto che non si sia voluto trovare alternative diverse, o più logiche, e meno dannose per l’organizzazione sanitaria pubblica dell’intera regione. E questo per una presa di posizione ingiustificabile. Ne ho parlato anche con la commissaria Degrassi, la quale ritiene che sarebbe stato più difficile dare credito alla soluzione del Vietri a Larino che del Cardarelli. Non sono d’accordo, ma siamo due medici e la pensiamo in maniera diversa. Credo vi sia una corresponsabilità tra la Regione e il Ministero. Una gestione disastrosa e quando dovremmo, prima o poi, ripercorrere la storia del covid in Molise vedremo gli errori fatti e come si poteva agire. Oggi devo prendere atto che siamo l’unica regione che non ha un centro covid e ‘complimenti’ a chi è d’accordo su come sono andate le cose”.

Sulla torre covid non si sa nulla di modo chiaro e definito. Come è possibile?

“In questa Regione da un po’ di tempo esiste una sorta di indisponibilità a dare dati, per cui se vuoi una qualche informazione hai solo una strada: la ricerca degli atti per poter leggere quello che è accaduto. Non ci sono notizie ufficiali su come sono stati spesi soldi e soprattutto ci sarà una ragione del perché ancora non partono i lavori. Qualcuno vuole spiegare perché i lavori non riescono a partire e per quale motivo? Questo silenzio è assordante ed è diventato anche il silenzio delle opposizioni, della politica, i partiti non ne parlano (sia maggioranza che minoranza) e come tali non si esprimono più. I cittadini parlano sì e no con qualche comitato ospedaliero, i sindacati ogni quindici giorni mandano messaggi di allarme, ma tutto sommato pare esserci una assuefazione a un andazzo che è diventato insopportabile sia perché non si fa nulla di serio e importante sia perché non si comunica quello che si dovrebbe e non ci si confronta su niente che si possa in realtà fare”.

E torniamo ai giovani: cosa non fa Andrea Greco?

“Andrea Greco ha il piglio giusto, è coraggioso nelle affermazione di principio, ma gli rimprovero una scarsa esperienza, che è nei fatti, nei comportamenti in Consiglio. Potrebbe utilizzare di più il potere che hanno come gruppo. Da soli possono convocare il Consiglio. E quanto accaduto martedì è emblematico: la maggioranza aveva due numeri in meno, quindi si andava sotto, e non si è chiesto nulla che potesse essere imbarazzante per il governo regionale. La loro presenza nella politica rappresenta una certa vivacità, ma si stanno appiattendo e snaturando la loro originale posizione”.

Un futuro incerto?

“Drammaticamente incerto”.