Lo scorso gennaio il consigliere regionale del M5S, Valerio Fontana, ha presentato un esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione e alle Procure di Campobasso e Larino sulla possibile incompatibilità presidente del Cosib, Roberto Di Pardo, e del comitato direttivo basandosi su quanto disposto da una legge del governo Monti che fissa una serie di inconferibilità ed incompatibilità riferibili, per la nomina nel Consiglio Direttivo, a tutti i sindaci facenti parte del Consiglio Generale del Cosib e, per quanto riguarda il direttivo, i consiglieri o gli assessori delegati dal rispettivo Comune. A due mesi dalla presentazione dell’esposto, l’Anac (con nota Fasc. Univ. 306/2021 dello scorso 18 marzo) ha esaminato il caso e ha sancito che, limitatamente al “conferimento degli incarichi di presidente e vice presidente del comitato direttivo Cosib appare comportare una violazione della disposizione di cui all’articolo 7, comma 2 lettera c) del decreto legislativo 39/2013 integrando, dunque, la relativa ipotesi di inconferibilità. Pertanto, “con la presente si comunica l’avvio di un procedimento di vigilanza (il termine stabilito è 120 giorni dalla comunicazione)”.

La nuova governance del Consorzio Industriale della valle del Biferno è in carica da meno di un anno, ma resta ancora sub iudice. Lo scorso 12 novembre è stato eletto presidente il sindaco di Petacciato, Roberto Di Pardo, con il vice, Costanzo Della Porta (San Giacomo degli Schiavoni) e gli altri componenti quali Piero Donato Silvestri (Campomarino), Mario Bellotti (Guglionesi) e Vincenzo Aufiero, unico non sindaco, in rappresentanza del Comune di Termoli. Dunque, il Cda del Cosib è composto interamente da amministratori locali, in carica sia al momento della nomina sia al momento dell’esposto. Tutti i Comuni interessati sono associati nell’Unione dei Comuni del Basso Biferno, la cui popolazione è ben oltre il limite fissato dal decreto del 2013 (la somma delle popolazioni, esclusa quella termolese, è di circa 42mila abitanti). Un discorso a parte va fatto per il consigliere termolese, che esercita la sua attività in un Comune che, da solo, supera il limite di 15mila abitanti, avendo una popolazione censita di 33mila abitanti.

Quanto sancito dall’Anac, Valerio Fontana ne ha parlato solo nella giornata di ieri.

“Legalmente parlando, dopo la pronuncia dell’Autorità anticorruzione la palla passa al Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct) dell’ente. L’Rpct dovrebbe sancire la nullità della nomina e il sindaco di Petacciato – dichiara Fontana – dovrà essere sostituito. Un’impasse che potrebbe essere sciolta con il commissariamento dell’ente da parte della Regione, già rea di aver commesso lo stesso errore nei mesi scorsi. Da un punto di vista politico, la questione è ben più grave. Questa classe politica ha dimostrato, ancora una volta, di essere incapace di amministrare nel rispetto della legge. E ha candidamente dichiarato, con i suoi errori ripetuti, di anteporre la logica spartitoria delle poltrone agli interessi dei cittadini. Le norme anticorruzione citate dall’Autorità garante, infatti, mirano a garantire persone qualificate e con le mani libere ai vertici degli enti strategici per lo sviluppo collettivo. E il Cosib ha delle funzioni vitali per le tante aziende che ricadono nel territorio del basso Molise. Funzioni che dovranno necessariamente subire un arresto, a danno di quelle stesse imprese già provate dalla recente crisi pandemica. La legge dice, dunque, che servono competenza e indipendenza dal potere politico. In Molise, invece, la necessità di moltiplicare le poltrone, soddisfando gli appetiti dei partiti più forti, la fa ancora da padrona. Fino al punto di ignorare le leggi dello Stato”.