L’appello alla responsabilità alle forze di maggioranza del premier Mario Draghi ha avuto esito positivo. Si è concluso, con il via libera anche da parte del M5s, il Consiglio dei ministri sulla proposta di mediazione sulla riforma del processo penale. L’ok è arrivato, dopo una giornata di tensioni nella maggioranza, che aveva portato anche a una sospensione di oltre due ore del vertice a Palazzo Chigi. La riforma del processo penale è calendarizzata in Aula alla Camera domenica 1 agosto alle 14, con il voto delle pregiudiziali presentate da L’Alternativa c’è. Dopo le pregiudiziali si proseguirà l’esame della riforma.

La mediazione passata in Cdm prevede tempi più lunghi, fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024. La proposta, frutto di una mediazione del Pd con il ministro Orlando, avrebbe assorbito i dubbi del M5s sull’improcedibilità per l’articolo 416 bis.1 del codice penale, sull’aggravante mafiosa. Una deroga esplicita per quei reati ci sarebbe nella fase transitoria, con la possibilità di termini fino a 5 anni a regime.

C’è “l’impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza con l’obiettivo di concludere nei prossimi giorni” l’approvazione della riforma, ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia parlando fuori da Palazzo Chigi dopo il Cdm. “È una giornata importante: lunghe riflessioni per arrivare a un’approvazione all’unanimità con convinzione da parte di tutte le forze politiche. Ora c’è l’obiettivo di accelerare il più possibile per concludere se possibile prima della pausa estiva questa importantissima riforma”, ha aggiunto Cartabia.