di Epoca Sibilla

L’ASReM continua a emanare avvisi per reperire personale medico, ma con scarse e deludenti adesioni dei professionisti. Era inizio luglio quando alla procedura a evidenza pubblica espletata dall’ASReM per l’assunzione a tempo indeterminato di medici per l’Emergenza Territoriale 118, hanno partecipato in quattro di cui solo uno ha accettato l’incarico. Analogo epilogo era per l’avviso finalizzato al conferimento di 25 incarichi libero-professionali di 6 mesi attraverso il quale è stato possibile reclutare un solo medico. A fronte delle 16 postazioni territoriali per le quali occorrerebbe un organico di 96 unità, l’Azienda sanitaria dispone solo di 56 medici, contingente assolutamente insufficiente a coprire i turni.

Con deliberazione del Direttore generale n.815 del 13 luglio 2021 si affida alla ditta La Fenice, di Sassuolo, il servizio di 118 per il n. di 560 turni di 6 ore (3360 in totale) al prezzo di 59,00 euro più iva. Una spesa per l’ASReM di 241.852,80 euro, somma che si va ad aggiungere ai 131276, 88 euro per l’assegnazione (alla stessa Cooperativa) dei servizi in area pediatrica (n. 98 turni di 12 ore – 1176 complessive – al prezzo di 91,50 euro più iva).

Somme non trascurabili ma non sufficienti a far rispettare i turni stabiliti con i colleghi del 118. Accade spesso, infatti,  che i lavoratori de La Fenice non si presentino al cambio turno. La centrale operativa è così costretta a chiamare il medico reperibile per sopperire alla problematica, che si ripresenta puntualmente tanto da trovarsi nelle condizioni di dover espletare le ore di servizio previste da calendario che spettano invece ai dipendenti della Cooperativa. Non solo, ma presenziano solo in determinate sedi e in barba a tutte le normative europee chiedono di svolgere 24 o 48 ore di lavoro creando un pericoloso precedente. Scoperta anche la postazione di Sant’Elia per cui i medici del 118 del Molise stanno facendo turni da 12, 24 e addirittura a 36 ore per coprire i colleghi della Cooperativa.

È ormai palese che il servizio di emergenza sanitaria territoriale è al limite della sopportazione e sfruttato per colmare tutte le carenze del territorio. Non si sta minimamente pensando che l’emergenza territoriale debba essere rafforzata. Le falle dell’attuale sistema sanitario stanno venendo a galla nella drammaticità della carenza di personale sanitario disponibile ad affrontare tutte le emergenze. Urge attuare un rinnovamento nell’ormai fallimentare meccanismo di intervento in emergenze mediche di qualsivoglia natura che sta affondando ancora di più una nave ormai alla deriva. Medici costretti a lavorare con carichi di lavoro sempre maggiori. Inevitabile chiedersi: passata l’emergenza Covid19, questa nave la faranno affondare del tutto?