Era l’8 luglio scorso quando la stampa annunciava che il gruppo Stellantis avrebbe realizzato a Termoli la terza gigafactory in Europa. Stellantis, si leggeva, investirà oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 nell’elettrificazione e nel software. L’obiettivo è che i veicoli elettrificati arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti entro il 2030. L’obiettivo di Stellantis è che i veicoli elettrificati arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti entro il 2030. E nel futuro di Stellanti ci sono quattro piattaforme per le elettriche e anche le batterie a stato solido. Da allora la situazione è precipitata portando con sé incertezza sul piano industriale e preoccupazione per il futuro lavorativo degli operai Stellantis di Termoli.

Su queste basi il senatore Fabrizio Ortis ha presentato un’interrogazione ai ministri dello Sviluppo e del Lavoro, Giorgetti e Orlando, per avere chiarezza sulle iniziative del Governo volte a salvaguardare i livelli occupazionali.

Ortis ricorda come, fino a luglio scorso, due sole siano state le certezze per Termoli: il ripetuto ricorso alla cassa integrazione, soprattutto per i cambi ma anche per i motori; e il perenne rinvio dell’avvio della lavorazione al motore ibrido, prevista inizialmente per il secondo semestre del 2020. A destare maggiore preoccupazione nel senatore, tuttavia, è la mancanza di un piano industriale che possa far finalmente luce sulle volontà della dirigenza per quel che concerne gli aspetti produttivi e occupazionali nel medio e lungo periodo. Il rischio, anche stando alle testimonianze di parte dei sindacati di categoria, è che i livelli occupazionali scendano dagli attuali 2.400 a meno di 1.000 posti di lavoro, tramite
pensionamenti anticipati per mezzo di ‘Quota 100’, scivoli pensionistici e incentivi al licenziamento. Neppure possono essere ignorate le decisioni prese a giugno per lo stabilimento di Melfi, dove una linea produttiva è stata chiusa, con rimodulazione dei turni di lavoro e, di conseguenza, del personale, prospettando così un ridimensionamento totale.

“Quando i vertici di Stellantis hanno annunciato che a Termoli sarà realizzata gigafactory di batterie per le auto elettriche – ha commentato Ortis – hanno tuttavia rinviato la divulgazione e la comunicazione dei dettagli del piano industriale, che sarebbero avvenute, secondo fonti di stampa, con un approccio graduale e al momento opportuno. Da allora nulla è dato sapere”.

Il 31 agosto il sindacato Uilm ha inviato una richiesta ai ministri Giorgetti e Orlando per riconvocare al più presto presso il Ministero dello Sviluppo economico il tavolo con Stellantis, avente ad oggetto il futuro piano industriale e più in generale le prospettive produttive e occupazionali in Italia. “Dall’ultimo incontro di giugno – ha infatti ricordato Ortis – sono intervenute numerose novità che devono essere necessariamente affrontate e approfondite con l’azienda e con il Governo per trovare le migliori soluzioni atte a garantire il futuro di tutti i lavoratori”.

Questo quadro nebuloso ha dunque spinto Ortis a interrogare Giorgetti e Orlando, visto anche quanto sta succedendo nel vicino stabilimento Stellantis dell’area adriatica, quello teatino della Sevel, laddove il segretario generale della Fim Cisl,
Ferdinando Uliano, ha annunciato un imminente sciopero per scongiurare la perdita di 705 posti di lavoro.

“Voglio sapere – ha evidenziato Ortis – quali iniziative i ministri i intendano mettere in atto per salvaguardare i livelli occupazionali degli stabilimenti Stellantis di Termoli e di Chieti; se i ministri medesimi intendano agire per mitigare le ripercussioni sull’indotto e , infine, se sia intenzione del Governo convocare un tavolo con la dirigenza e le rappresentanze sindacali – ha concluso il senatore – al fine di far luce sui piani industriali degli stabilimenti molisano di Termoli e abruzzese di Chieti”.