Nel senso astronomico del temine il 22 settembre assistiamo al passaggio ufficiale dall’estate all’autunno. Il cambiamento avverrà alle 21.21 ora italiana (19.21 UTC di Londra). Generalmente l’equinozio di autunno si verifica tra il 21 e il 24 settembre, sempre in orari diversi. La variazione del momento in cui avviene è causato dalla diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario: il pianeta ci mette 365.25 giorni effettuare un’orbita attorno al Sole. Per tale ragione l’autunno può anche “ritardare”.

Il termine equinozio deriva dal latino “aequa-nox”, letteralmente “notte uguale”. Nel giorno che segna il passaggio dall’estate all’autunno, infatti, le ore di luce e quelle di buio, a livello teorico, dovrebbero essere equivalenti. Ciò accade poiché il Sole si trova allo zenit dell’equatore, ovvero i raggi solari sono perpendicolari all’asse terrestre. La lunghezza del giorno, però, dipende anche dalla distanza dall’equatore ed è il motivo per il quale le ore di luce non sono uguali su tutto il pianeta. Questo fenomeno astronomico avviene solo due volte l’anno: a settembre, appunto, e a marzo. Per l’emisfero boreale le due date segnano rispettivamente l’inizio dell’autunno e quello della primavera. Viceversa, per quello australe, l’equinozio di settembre coincide con l’inizio della primavera e quello di marzo, con l’autunno. La posizione del Sole rispetto all’equatore dipende dall’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra. Ciò determina di volta in volta la minore o maggiore esposizione alla luce degli emisferi del nostro pianeta.