Il presidente del Consiglio Mario Draghi, su proposta del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e del ministro della Salute Roberto Speranza, ha firmato il 12 ottobre il Dpcm con le linee guida relative all’obbligo del Green Pass da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre. Tra i punti chiave del provvedimento i chiarimenti su come dovranno essere svolti i controlli e sulle conseguenze per i lavoratori senza certificazione.

Punti chiave. Oltre ai lavoratori dipendenti del singolo ufficio, saranno soggetti all’obbligo tutti i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi, dalle pulizie alla consegna della posta. Il soggetto preposto al controllo sarà il datore di lavoro, che sarà libero di organizzare il controllo del green pass. In caso non predisponga le verifiche, il datore è passibile di multa da 400 a 1.000 euro. Possibili i controlli a campione in percentuale non inferiore al 20% e a rotazione, prima o durante la giornata lavorativa. Sarà consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro in un più ampio arco temporale per non creare code e ritardi. Il dipendente senza green pass dovrà essere allontanato dal luogo di lavoro. Ogni giorno senza servizio viene considerato assenza ingiustificata e durante questo periodo non sono dovute al lavoratore né la retribuzione né il versamento dei contributi. Non verranno nemmeno maturate le ferie. Il dipendente trovato sul lavoro senza pass o con una certificazione falsa o di altri rischia una sanzione tra i 600 e i 1.500 euro, oltre alla responsabilità penale.

 

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