di Miriam Iacovantuono

“Parafrasando Schopenhauer, RIDE 4 CREATION è una briciola di volontà, pesante più di un quintale di giudizio e di persuasione. Questa briciola, assai modesta, la immagino cadere, per inerzia, dal bordo di una di quelle tante tavole rotonde – locali, nazionali, internazionali – attorno alle quali i grandi e gli esperti discutono, di volta in volta, di temi di portata globale: necessità di cambiamento, giustizia sociale, tutela del Creato, eccetera; e la immagino, ancora, impattare con rabbia al suolo, facendo un rumore intenso, esagerato se paragonato alla sua piccolezza. Quel rumore e la rabbia di quell’impatto sono l’innesco di RIDE 4 CREATION”.

Ed è così che Massimiliano Muzio, che insieme a Francesco Maria Di Pietro ha dato vita al progetto, descrive la loro “creatura” – strumento per interfacciarsi con i territori – che dal gennaio 2021 è un’associazione di promozione sociale, la cui idea però nasce nel 2017 lungo la strada che da Santa Maria degli Angeli porta ad Assisi. È stato il momento in cui Massimiliano e Francesco, che sono stati definiti CicloAnimatori di Comunità, hanno preso coscienza della necessità di iniziare a praticare per loro stessi un cambiamento, decidendo così di mettersi al servizio del Creato e di chi lo abita, quindi persone, flora, fauna e collaborando alla costruzione del Bene Comune. RIDE 4 CREATION è, dunque, una re-azione alla voglia di cambiamento solo comunicata e poco attuata, attraverso un gesto concreto e cioè quello di mettersi in sella a una bicicletta per promuovere il cambiamento e praticarlo, senza però avere la pretesa di cambiare il mondo, ma fare del proprio meglio secondo le loro possibilità e competenze.

“Vogliamo innescare un processo di cambiamento pedalando per il Creato, promuovendo il messaggio della Laudato Si’, abitando i territori che attraversiamo, sostando nelle relazioni e co-progettando, con le comunità locali, interventi concreti. L’obiettivo è fare combinare parole e azioni: stimolare al cambiamento, promuovendolo, mentre si è parte attiva in causa, praticandolo e quindi contribuire a fare, di questa Terra, un luogo più abitabile per i suoi abitanti presenti e futuri. Pedalando sulle nostre biciclette, vogliamo essere innanzitutto dei megafoni e dei facilitatori. Incontriamo le comunità che ci accolgono, insieme alle quali riflettiamo sulle criticità socio-ambientali che sperimentiamo ogni giorno. Cerchiamo di capire, in buona sostanza, in che condizioni vivono e quanto la mano dell’uomo incida negativamente sulle loro vite”.

Alla narrazione delle criticità Massimiliano e Francesco affiancano quella della Bellezza, cioè dei segni di speranza che scorgono lungo il cammino – giovani che si impegnano, fra mille difficoltà, nella loro terra; imprese che incarnano la sostenibilità, contribuendo allo sviluppo dei territori; persone che, instancabilmente, si prendono cura della propria terra e dei più fragili. All’esplorazione e al racconto accompagnano, laddove possibile, dei gesti concreti, capaci di stimolare e innescare il cambiamento, come eventi di pulizia di aree verdi, o messa a dimora di alberi. Si tratta, dunque, di processi, non di semplici progetti, in divenire e che possano avere un impatto nel lungo periodo.

“Pensiamo che il miglior modo di ispirare e stimolare sia quello di fare: è per questo che prediligiamo sempre qualcosa di concreto – e il pedalare lo è di per sé. Le nostre azioni sono sempre G-local: attuate in un territorio preciso, insieme a chi lo abita, ma capaci di contribuire al cambiamento globale, come una goccia all’Oceano. Tutto ciò è impossibile senza quel sostare nelle relazioni, fulcro di ogni nostra iniziativa. Gli incontri sono quanto di più prezioso le pedalate possano regalarci. Senza incontri, senza relazioni, senza condivisione, senza senso di comunità non ci può essere co-progettazione, cioè il fare insieme, per una stessa causa: la cura del Creato, in tal caso”.

Massimiliano e Francesco, entrambi cresciuti nelle aree interne – in Molise il primo e in Abruzzo il secondo – vogliono restare nei loro territori con il desiderio di contribuire a cambiare le cose e a migliorare l’esistente.

“Nonostante tutte le difficoltà che noi molisani ben conosciamo, mi resta la testardaggine di volerci provare, l’ostinazione. Credo che il Molise, con le sue specificità socioeconomiche e culturali, abbia portato questo a RIDE 4 CREATION: la voglia di riscatto, di rimboccarsi le maniche. È vero: i giovani, da qui, vanno via per studiare e lavorare. E c’è da capirli. Ma ci sono delle alternative, che a me piace pensare come praticabili: guardarsi intorno, con fiducia, per partire dall’esistente – il nostro patrimonio naturale, ad esempio; la ricchezza culturale materiale e immateriale, eccetera; e tornare, una volta che si è andati via, per portare competenze ed esperienze da praticare anche qui, ricontestualizzandole, per rilanciare i territori. Fare della spinta propulsiva che ha portato a fare qualcosa fuori, cioè, un punto di partenza”.

Tutto questo è tenuto insieme dal termine Bellezza, quella di cui Massimiliano e Francesco sono beneficiari durante le loro attività e che contribuiscono a generare e diffondere. La pedalata è il modo che hanno scelto per arrivare alle persone, scoprendo le bellezze culturali materiali e immateriali, artificiali e naturali di cui si “nutrono” e che promuovono. I gesti concreti che praticano durante il cammino sono il loro modo di lasciare il segno, di fare qualcosa di bello per l’altro e per stimolare la conversione ecologica. Si intraprende un viaggio che è sia quello personale alla scoperta delle bellezze interiori e nascoste, sia quello di una comunità che condivide la fatica del pedalare e la gioia dell’arrivare. Si tratta, dunque, di un progetto che vuole anche generare una rivalorizzazione del territorio, una rigenerazione urbana creando delle opportunità.

“Sappiamo di poter contribuire, seppur minimamente, a sviluppare possibilità lavorative con le nostre azioni, per noi e per chi vorrà starci accanto, perché quello che cerchiamo di promuovere e fare ha a che fare con i temi caldi attuali, ai quali corrispondono nuove e sempre crescenti possibilità lavorative, capaci di valorizzare il territorio e chi lo abita: turismo lento, marketing territoriale, formazione. Crediamo e puntiamo sul protagonismo giovanile – non solo perché, ancora, lo siamo! -, perché ci opponiamo all’antico e dannoso adagio: i giovani sono il futuro! No, pretendiamo di essere il presente, perché lo siamo e perché fintanto che quel “nostro” futuro arriverà, ci saranno altri giovani, con altri bisogni, dietro le nostre spalle, a creare una fila infinita di sconfortati. Vogliamo sostenere e attuare, per mezzo di un lavoro costruito dal basso, che metta al centro comunità e sviluppo territoriali, quella che Vito Teti chiama la restanza: la scelta coraggiosa e volontaria di non abbandonare le nostre terre, ma di mettersi in gioco affinché le cose migliorino, in maniera pro-attiva”.

Quest’anno, ad agosto, Massimiliano e Francesco, insieme a Gianluca e Simone, da Campobasso hanno pedalato fino a L’Aquila esplorato e raccontato luoghi, incontrato le comunità e discusso con loro della
possibilità di creare un itinerario cicloturistico, che sia anche occasione di sviluppo territoriale e di lavoro per i più giovani. Il Molise, e i molisani, sono al centro di questo progetto, che gli ideatori di RIDE 4 CREATIONI percepiscono come fattibile, nonostante sia a uno stadio ancora embrionale. Un itinerario che potrà garantire un notevole sviluppo del territorio con possibilità lavorative per i giovani dei territori che attraversa. A questo poi si lega l’idea di una ciclo-officina di comunità dove promuovere occasioni di lavoro inclusivo, un e-commerce di prodotti sostenibili, frutto dell’artigianato locale. Per farlo però è necessario il supporto degli enti pubblici, del privato e del Terzo Settore. Massimiliano e Francesco, a cui nel tempo si sono uniti Patrizia, Gianluca, Simone, Silvia, Salvatore e Rebecca, con il loro progetto vogliono svegliare le coscienze e promuovere quelle bellezze culturali materiali e immateriali, artificiali e naturali che troppo spesso vengono messe in un angolo.